Questa silloge poetica rappresenta momenti importanti, sensazioni profonde, intimi pensieri e dediche significative, del corso della vita dell'autrice. Oltre al suo "io" più profondo, mette in risalto problematiche sociali, quali l'abbandono, la caccia e riflessioni su alcuni aspetti della quotidianità. Marzia Bonassi nasce in provincia di Bergamo, imprenditrice nell'azienda di famiglia; con due figli ed una nipotina, vive in provincia di Modena nell'amata Tenuta, presente in molte sue opere letterarie. Sportiva, è un'ex ginnasta del Coni, campionessa regionale di danze latinoamericane, maestra di ballo di danze caraibiche, hip hop e latin-hustle. I suoi interessi sono infiniti e spaziano tra la maglia e l'uncinetto, al disegno; dalla cucina alla lettura; dal giardinaggio all'erboristeria, materia alla quale dedica ancora ampio studio. Amante della natura, scout per scelta e animalista di nascita, anche addestratrice di cani da soccorso nautico, si è da sempre prodigata nel sociale agendo attivamente in canili ed altre associazioni di volontariato, ma anche accogliendo in casa cani e gatti abbandonati ed uccelli feriti o di altre specie trascurati e maltrattati. Autrice di un libro sulle vicende eroiche di animali, scrive poesie di varia natura, per le quali ha preso diverse note di merito e riconoscimenti in concorsi nazionali ed internazionali. Ha attualmente un suo minisito su un importante portale, con sue poesie raccolte in una collana cartacea, audio e video di poeti contemporanei. Al momento sta lavorando ad una serie per bambine, dedicata alla nipotina; collezione ambientata in castelli, tra storia, leggende e fantasmi, che rispecchiano la passione dell'autrice per le dimore storiche e le cose antiche. Con la prefazione di Alessandro Quasimodo
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