Quando Pepe Sanchez, il buttafuori nero di 120 Kg, informa poco cortesemente il gruppo che deve pagare, anche se tutti hanno già pagato, si sollevano proteste. Ma lui è Pepe Sanchez, è grosso, cattivo e arrabbiato. Per lui è facile mandarne al tappeto uno, perché lui è Pepe Sanchez e pesa 120 Kg. Il problema è che nel gruppo c’è anche Rocco Petrucci, nativo di Ripa Teatina, con le braccia corte. Sarà perché porta il nome del campione Rocky Marciano, sarà perché è nato nello stesso borghetto teatino, ma qualche istante dopo c’è Pepe Sanchez, nero, grosso e cattivo, che rantola per terra. Pesa ancora 120 Kg, ma non è più arrabbiato, perché è impegnato a capire quale treno lo abbia appena investito. Gli altri del gruppo avevano già intuito che Rocco avesse una certa predisposizione, ma quell’episodio scopre le carte. È l’inizio di una strana carriera che porta un chimico aspirante calciatore a calcare i ring più prestigiosi degli States nell’età d’oro della Boxe. Un romanzo che sa di primi anni Settanta, che puzza di alcool, sigari e puttane, ma riesce, per qualche miracolo che si può trovare solo nella penna di Marco Marchi, a profumare maledettamente di vita.