Se siamo usciti dal mondo religioso per approdare a una fede cristiana pienamente laica, dobbiamo fatalmente rinunciare anche all’esperienza della preghiera? Essendoci lasciati alle spalle ogni immagine antropomorfa del “Divino”, avremo mai più un Tu con il quale poter dialogare nell’intimo delle nostre coscienze? La preghiera per noi moderni può essere solo un doloroso momento di autocoscienza chiuso su se stesso?
L’Autore compie l’“azzardo” di tradurre le preghiere che furono di Gesù di Nazareth, gli antichi Salmi che Israele attribuiva a Davide, il re di Sion vissuto mille anni prima dell’uomo della croce. Ma lo fa con parole nuove, adatte ai nostri tempi: perché “il Divino” per noi, donne e uomini di oggi, non può più essere il Dio degli eserciti di Davide e dei figli di Israele, ma neppure il Dio onnipotente che sul Golgota non ha voluto salvare l’innocente.
Cosa ci resta allora di quell’antica fede, adesso che abbiamo imparato a fare a meno della religione e della sua cosmologia, e dunque del soprannaturale metafisico? Riprendendo il titolo del prodigioso film di Ingmar Bergman, ci restano “sussurri e grida”, ugualmente laceranti ma insieme luminosamente fiduciosi nella promessa del Regno (del futuro) annunciato dall’uomo della croce: parole come queste di un possibile “ breviario laico” che potrebbe accompagnare la giornata di chi provasse oggi a credere, oltre i confini della religione, in questi tempi così nuovi, così rischiosi, così difficili.
L’Autore compie l’“azzardo” di tradurre le preghiere che furono di Gesù di Nazareth, gli antichi Salmi che Israele attribuiva a Davide, il re di Sion vissuto mille anni prima dell’uomo della croce. Ma lo fa con parole nuove, adatte ai nostri tempi: perché “il Divino” per noi, donne e uomini di oggi, non può più essere il Dio degli eserciti di Davide e dei figli di Israele, ma neppure il Dio onnipotente che sul Golgota non ha voluto salvare l’innocente.
Cosa ci resta allora di quell’antica fede, adesso che abbiamo imparato a fare a meno della religione e della sua cosmologia, e dunque del soprannaturale metafisico? Riprendendo il titolo del prodigioso film di Ingmar Bergman, ci restano “sussurri e grida”, ugualmente laceranti ma insieme luminosamente fiduciosi nella promessa del Regno (del futuro) annunciato dall’uomo della croce: parole come queste di un possibile “ breviario laico” che potrebbe accompagnare la giornata di chi provasse oggi a credere, oltre i confini della religione, in questi tempi così nuovi, così rischiosi, così difficili.