Il concetto di sviluppo territoriale si è evoluto in maniera profonda. Non è più misurato unicamente sulla sua dimensione economica, ma anche su quella politica e sociale. L’attuale visione dello sviluppo ha superato la mera crescita per estendersi all’ambiente, all’innovazione, al capitale sociale e relazionale.
Il territorio costituisce la cartina tornasole dello sviluppo. Il territorio è, infatti, il raccordo dell’iniziativa dei vari attori che implementano le strategie di sviluppo e delle interazioni alle – e tra le – diverse scale. La crescita di importanza delle città assume quindi un valore strategico.
L’emergere di spinte nazionaliste e sovraniste impone la rilettura delle politiche pubbliche in ambito europeo e delle narrazioni che ripropongono la centralità degli Stati nei confronti della crescente agibilità concessa dall’Unione europea alle regioni.
Uno scenario che, in sintonia con il controverso fenomeno della globalizzazione e con la rilevanza acquisita dalle città, offre spazi di manovra alle forze che sostengono il ritorno al primato della sovranità nazionale.
Il territorio costituisce la cartina tornasole dello sviluppo. Il territorio è, infatti, il raccordo dell’iniziativa dei vari attori che implementano le strategie di sviluppo e delle interazioni alle – e tra le – diverse scale. La crescita di importanza delle città assume quindi un valore strategico.
L’emergere di spinte nazionaliste e sovraniste impone la rilettura delle politiche pubbliche in ambito europeo e delle narrazioni che ripropongono la centralità degli Stati nei confronti della crescente agibilità concessa dall’Unione europea alle regioni.
Uno scenario che, in sintonia con il controverso fenomeno della globalizzazione e con la rilevanza acquisita dalle città, offre spazi di manovra alle forze che sostengono il ritorno al primato della sovranità nazionale.