Risulta, da numerosissimi documenti, che fin dall'Età delle caverne, il primitivo, guidato dagli stregoni, metteva in opera procedimenti occulti per soddisfare le necessità imperiose della vita quotidiana. Sotto quale angolo si può immaginare l'assieme delle preoccupazioni che ossessionavano, in quelle epoche lontane, l'uomo delle caverne? Dal punto di vista concreto, due obbiettivi erano, sembra, di una realtà imperiosa. Era importante, in primo luogo, che egli uccidesse, per nutrirsi, qualcuna delle fiere che lo circondavano. Un poco più tardi, senza dubbio, quando il primitivo cominciò a fabbricare rudimentali strumenti di pietra, di osso o di legno, egli pensò ad asservire questi animali, che potevano essergli utili in ragione della loro forza incomparabilmente più grande della sua. Restavano, e non erano i meno temibili, i nemici invisibili, che la simbologia occulta rappresenta sotto forma di animali nocivi. Il meglio da farsi in presenza di queste entità era di sterminarle non con l'aiuto di armi materiali, ma con la potenza delle pratiche magiche.