Si comincia con un uomo seduto sopra una panchina di un parco. Poi arriva una bicicletta. Su quella bicicletta c'è un ragazzo che si chiama West. Dopo, quei due, cominciano a raccontarsi storie, cento storie, posti lontani, alcuni immaginati, altri mai visti ma che posso anche esistere. C'è una ragazza che viaggia in pick-up, e si chiama Babee, la ragazza non il pick-up. E come capita spesso, anche da quelle parti passano gli anni, e gli anni sanno cambiare e portare via un sacco di cose. Ma a un certo punto si ricomincia, che non vuol dire buttare via quello che si è vissuto fino a quel giorno. Vuol dire ricominciare, riprendere il cammino, e può essere alla fine del peggior terremoto vissuto nella propria vita che ha distrutto tutto quanto ci eravamo costruiti dentro in tanto tempo, o può essere alla fine di un giorno bello, quando non si chiede di meglio e si preferisce scegliere di ricominciare tutto daccapo. Non si dimenticano mai le angosce né le ombre incostanti della malinconia, si mettono nell’anima, nell’archivio dell’anima, che c’è sempre tempo per andarci a dare una sbirciatina poi, quando gli anni avranno meno da raccontarci, o troppe parole da rammentare, e avremo gli occhi acquosi di vento, vento del nord, e tutto quanto, oramai, è un passo lento sui viali di foglie di un parco perso in una qualche città.