iglio, fatto forte e maturo, slanciarsi da solo nel vortice della vita, fra le rose e le spine, le gioie e i disinganni, la bontà nei pochi e la perfidia nei molti. Così scriveva un carrista dell'Ariete alla fine della campagna del Nordafrica della Seconda Guerra Mondiale: gli italo-tedeschi erano stati sconfitti. Era il maggio del 1943 e lui era a bordo della nave che lo avrebbe portato in prigionia in America. Ma aveva un assurdo particolare: era americano. E aveva una missione, che non conosceva ancora, da compiere dall'altra parte dell'oceano in un luogo chiamato Santa Marinella. Quell'uomo era mio nonno. Questo romanzo è la sua storia.