Il volume raccoglie una serie di saggi sul tema delle guerre “umanitarie” e delle guerre preventive, scatenate nell’ultimo ventennio dalle potenze occidentali, in palese violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale generale. L’accento è posto sul processo di “normalizzazione” della guerra di aggressione, sulle strategie militari della “lotta al terrorismo” e sui nuovi apparati di comunicazione di massa usati per giustificare moralmente e giuridicamente le stragi di persone innocenti. Sullo sfondo Danilo Zolo propone una nozione profondamente diversa di “terrorismo” rispetto alle formule opportunistiche varate dagli Stati Uniti e servilmente accolte dalla grande maggioranza dei paesi europei e dei loro giuristi accademici. La guerra di aggressione non come strumento principe della tutela dei diritti dell’uomo, ma conflitto fortemente asimmetrico, in cui gli strumenti di distruzione di massa da parte delle grandi potenze sono stati consapevolmente usati per fare strage di civili inermi e diffondere il terrore. Il fatto che in Occidente ci sia ancora chi, come gli esponenti dell’attuale governo italiano, continua a definire queste guerre “umanitarie” e persino “democratiche” – sostiene Zolo – chiarisce perché quello che gli Stati Uniti e l’Europa chiamano global terrorismo, anziché essere sconfitto, si diffonde sempre più in tutto il mondo sino a diventare la sola risposta – tragica, impotente e nichilista – dei popoli oppressi dallo strapotere terroristico delle grandi potenze.