Il nuovo Jacopo Ortis della letteratura italiana si chiama Maurizio Milani, al secolo Carlo Barcellesi da Codogno.Ti amo per motivi vari è un puro romanzo epistolare, dove si ascolta però rigorosamente una sola voce: quella dell’autore. Un lungo, ininterrotto monologo, quindi: il vero genere dell’arte milaniana.Si fa fatica ad ammetterlo, ma le donne dell’immaginario di Milani sono più o meno – o esattamente? – quelle del nostro immaginario contemporaneo, ormai del tuttomediatizzato. Le star della politica (Boldrini) e del giornalismo (dall’eterna Gruber alle sempre più avvenenti “lettrici” odierne dei telegiornali). Le icone della pop music (conqualche lodevole eccezione come Viktoria Mullova) e quelle della pop cultura (la ragazza con l’orecchino di perla), le protagoniste del gossip e i classici miti dell’eros all’italiana.Accanto a loro, quasi come in un topos milaniano, spuntano le belle sconosciute, gli amori di un attimo che ti fulminano nei luoghi del quotidiano: una ragazza vista nella metro,un’impiegata di banca, una redattrice della casa editrice. Perché il mondo descritto da Maurizio Milani è un colossale groviglio, un puzzle senza senso, in cui si può vivere «da disc jockey a 59 anni, lavorare tutto l’anno a Formentera in una birreria della Regione Puglia e guadagnare 150 euro al mese, più vitto e alloggio (abitando di sopra al ritrovo)».Dall’apocalisse imminente può salvarci solo, secondo Milani, il conoscere le poche necessarie regole per far innamorare la vicina di casa. «Amore, andiamo a Parigi un weekend? Se dici no mi ammazzo». Perché si sa, «la donna quando si innamora esagera». Che poi l’amore sia un affare o no, «questo solo il tempo lo dirà» afferma Barcellesi.Tanto vale provare.