In Tigre reale (1873) si ritrovano in nuce l'arte e lo stile verghiano. È, infatti, un romanzo appartenente al periodo giovanile dell'autore in cui, dietro la sovrastruttura psicologico-borghese e melodrammatica, emergono evidenti i tratti del primo verismo. Al centro dell'opera giganteggia la contessa russa Nata, autentica eroina passionale e al tempo stesso glaciale, ma incapace di amare sul serio. Irrimediabilmente attratto da lei è il giovane siciliano Giorgio La Ferlita che, dopo l'iniziale passione, si lascia però guidare solo da una logica calcolatrice. Alla fine sulla donna fatale prevarranno la famiglia e l'amore coniugale, impersonati da Erminia, moglie di Giorgio, capace con la sua semplicità di offrire all'uomo tranquillità e sicurezza. Verga scrisse anche la sceneggiatura dell'omonimo film tratto dal suo romanzo, apparso nel 1916 con la regia di Piero Fosco (pseudonimo di Giovanni Pastrone) e con protagonista Pina Menichelli, diva dell'epoca. Giovanni Carmelo Verga nasce a Catania il 2 settembre 1840. È comunemente riconosciuto come il principale esponente del verismo italiano. Autore di diverse raccolte di novelle, deve la sua fama soprattutto ai romanzi (I Malavoglia, Mastro Don Gesualdo). Numerose sono le trasposizioni teatrali e cinematografiche delle sue opere. Muore a Catania il 27 gennaio 1922.
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