La memoria dei viaggi all’estero mi ha sempre confortato tanto che a distanza di anni ho iniziato a scriverne con il viaggio a Parigi che feci quando non avevo ancora 16 anni, nel 1949.Ma più che i luoghi turistici o i musei a me ha sempre interessato, come diceva il fratello di mamma, respirare l’aria della città, sentimento che una volta sposato ho trovato presente anche in Nanni. E che ho cercato di trasmettere anche ai miei figli, anche loro chiamati a far parte dei nostri viaggi da quando ebbero 10 anni Gabriele e 7 Caterina.Certo, anche qualche visita ai musei non è mancata, ma più che altro era la vita dei posti che visitavamo che ci interessava.In ciò aiutati tutti da una curiosità per i loro cibi che ci ha portato ad assaggiare di tutto, anche il cane in agrodolce con il cioccolato.E senza aver mai la pretesa di trovare all’estero la pasta asciutta, il parmigiano o il caffè espresso.