Tra fiori e rovi è una raccolta di pezzi di vita, memorie del passato, sogni del presente a cui si mescolano speranze future, adagiate nel significato di parole che bruciano e immagini, spesso, visionarie.
Scrivere poesie è varcare l’animo; come creatura evanescente l’autrice si ritrova in un’altra sé che la rende libera, oltre i muri, oltre le catene, oltre i no. Solo così si sente appagata. Piena di vita. Perché scrivere poesie?
Perché condividerle con altri, estranei, sconosciuti, anonimi fra gli anonimi?
Le poesie non piacciono, sofferenze noiose, parole difficili. Eppure, leggerle, intrufolarsi tra i versi, cercando anche se stessi, apre un orizzonte di infiniti significati, perché la vita di ognuno di noi è poesia, è lamento, è fragore di risate, scrosciare di lacrime, calici alzati e dolori vissuti. Vi invita nella dimora del suo cuore, tra i suoi fiori, tra i suoi rovi. Entrate in punta di piedi. Non si sentirà più sola, non vi sentirete più soli. Sarete liberi di essere liberi, insieme.
Felicina Della Vecchia è nata ad Avellino il 16 dicembre 1970. È sposata, ha un figlio, Antonio. Insegnante di Lettere, vive a Montella, in Irpinia. Ama leggere, scrivere, viaggiare e cucinare. Scrive poesie, ispirata, anche, dall’amore per la sua terra, il suo paese d’origine, Nusco. La sua poesia è un viaggio di emozioni fanciulle diventate grandi tra fiori e rovi; ricordi malinconici, speranze di rinascita, inviti alla resilienza. La famiglia, i legami, i campi dei nonni dove rifugiarsi sempre, storie di altre vite incontrate, essere sopravvissuta al terremoto del 1980: è questo il suo mondo di versi. Fermarsi a guardare, ascoltare e raccontare è un dono nel turbinio del tempo presente.
Ha pubblicato un racconto Tra la polvere, la speranza con Arduino Sacco Editore; alcune sue poesie sono state inserite nella raccolta Tracce della casa editrice Pagine.
Scrivere poesie è varcare l’animo; come creatura evanescente l’autrice si ritrova in un’altra sé che la rende libera, oltre i muri, oltre le catene, oltre i no. Solo così si sente appagata. Piena di vita. Perché scrivere poesie?
Perché condividerle con altri, estranei, sconosciuti, anonimi fra gli anonimi?
Le poesie non piacciono, sofferenze noiose, parole difficili. Eppure, leggerle, intrufolarsi tra i versi, cercando anche se stessi, apre un orizzonte di infiniti significati, perché la vita di ognuno di noi è poesia, è lamento, è fragore di risate, scrosciare di lacrime, calici alzati e dolori vissuti. Vi invita nella dimora del suo cuore, tra i suoi fiori, tra i suoi rovi. Entrate in punta di piedi. Non si sentirà più sola, non vi sentirete più soli. Sarete liberi di essere liberi, insieme.
Felicina Della Vecchia è nata ad Avellino il 16 dicembre 1970. È sposata, ha un figlio, Antonio. Insegnante di Lettere, vive a Montella, in Irpinia. Ama leggere, scrivere, viaggiare e cucinare. Scrive poesie, ispirata, anche, dall’amore per la sua terra, il suo paese d’origine, Nusco. La sua poesia è un viaggio di emozioni fanciulle diventate grandi tra fiori e rovi; ricordi malinconici, speranze di rinascita, inviti alla resilienza. La famiglia, i legami, i campi dei nonni dove rifugiarsi sempre, storie di altre vite incontrate, essere sopravvissuta al terremoto del 1980: è questo il suo mondo di versi. Fermarsi a guardare, ascoltare e raccontare è un dono nel turbinio del tempo presente.
Ha pubblicato un racconto Tra la polvere, la speranza con Arduino Sacco Editore; alcune sue poesie sono state inserite nella raccolta Tracce della casa editrice Pagine.