La “Fenomenologia dell’anima” è un testo unico nel suo genere. Tenta di coniugare la fenomenologia husserliana con la psicologia razionale, pur non trascurando marcati riferimenti alla psicologia moderna, in particolare all’approccio freudiano, sebbene in chiave critica. Il testo si divide in quattro parti, dedicate ognuno all’anima materiale, all’anima psichica, all’anima pratica ed all’anima spirituale. L’impianto è squisitamente filosofico, ma non mancano tagli metafisici di recupero dell’antica psicologia, la “scientia sui”, che faceva capo alla ricerca interiore, inaugurata da Socrate e proseguita nel Redi agostiniano. In questo contesto si inserisce anche una dissertazione sull’immortalità dell’anima, la quale riparte dalle prove platoniche e prosegue attraverso il Cogito cartesiano fino alle ultime effusioni moderne. Un forte richiamo naturalmente va al romanzo filosofico hegeliano de La Fenomenologia dello Spirito. Il Tractatus Psycho-phaenomenologicus in realtà fa parte di una grande trilogia, di cui il primo tassello è già uscito alle stampe nel 2015 per l’editore Bibliotheka di Roma, dal titolo Noetica. Ricerca sull’infinita mente. Il secondo tassello all’inizio era nato come la Psichica, cioè la ricerca sulla mente finita o anima razionale, ma poi è stato completato con una trattazione completa sugli “strati” dell’anima, confluita interamente nel Tractatus. Il terzo tassello, invece, ancora in via di elaborazione, riguarda la Filosofia della Natura ed aveva come titolo iniziale Perifisica, in omaggio alla tradizione presocratica. Ma questa è ancora un’altra storia infinita. Si tratta di tre grandi parti della ricerca filosofica inerenti in ordine alla Filosofia dello Spirito Infinito o Nous, ed al suo oggetto, la Res, o Cosa, alla Filosofia dello Spirito Finito, o Anima ed alle sue diverse stratificazioni, a partire appunto dall’immagine dantesca della “Selva Oscura”, che sta per l’antica Yle, o materia prima, fino a giungere all’immagine teresiana del “Castello Interiore”, che sta per anima razionale. Infine la Filosofia della Natura riprende le antiche considerazioni del presocratici per giungere ad una rilettura moderna in chiave creazionistica del problema della Prima Antinomia kantiana del cominciamento cosmico.