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Interrogare gli Auguri non parve superstizione nei tempi delle più raffinate civiltà. Grecia e Roma, che pure riempirono il mondo dei loro splendori e scrissero pagine immortali nella storia dell'umana cultura, non sdegnarono la ricerca del soprannaturale. Il culto della divinità si confuse, e talvolta s'immedesima, con quello che scrutava le leggi più incognite e più misteriose. In ogni età, fino nelle più remote, si ebbero in alto conto gli uomini che indagarono e interpretarono tali leggi.Gli antichi capitani chiamavano a sé gli Auguri nei giorni che precedevano i decisivi cimenti. Traevano…mehr

Produktbeschreibung
Interrogare gli Auguri non parve superstizione nei tempi delle più raffinate civiltà. Grecia e Roma, che pure riempirono il mondo dei loro splendori e scrissero pagine immortali nella storia dell'umana cultura, non sdegnarono la ricerca del soprannaturale. Il culto della divinità si confuse, e talvolta s'immedesima, con quello che scrutava le leggi più incognite e più misteriose. In ogni età, fino nelle più remote, si ebbero in alto conto gli uomini che indagarono e interpretarono tali leggi.Gli antichi capitani chiamavano a sé gli Auguri nei giorni che precedevano i decisivi cimenti. Traevano forze d'indomita fede, di sicure speranze, dalle previsioni favorevoli; si scoraggiavano, se queste erano contrarie. Fino dalle viscere fumanti delle vittime sgozzate sugli altari si traevano presagi di lieta o contraria fortuna. Vi è dunque un fondamento di verità anche in quelle ricerche che sembrano le più ardue.Qual meraviglia, dunque, che anche ai nostri giorni, che vantano il trionfo delle scienze positive, si dirigano studi assidui e appassionati verso la ricerca di verità meno note? E perché sono meno note, perché la telepatia e l'ipnotismo, nelle loro innegabili manifestazioni, non si possono, in tutto, spiegare scientificamente, dovremo per questo negarli? Mai più! Nessuno potrà contestare la circolazione del sangue, la misteriosa funzione delle cellule cerebrali; ma come si giunge a spiegare questi fenomeni essenziali dell'esistenza? In alcun modo. Bisogna contentarsi di descriverli e di costatare che esistono.L'ingegno sovrumano di Shakespeare, che sviscerò le pieghe più nascoste dell'animo umano, e interrogò acuto i misteri dell'Universo, insegna, per bocca della sua creatura più complessa: Amleto: Vi hanno tali cose in cielo e in terra che la nostra filosofia nemmeno sogna.Noi sappiamo che la cellula cerebrale pensa, che la fibra muscolare si contrae, che nel bulbo hanno sede i centri della circolazione e della respirazione, che la pelle, le muccose, sono sensibili, che i nervi conducono l'impressione sensitiva dalla periferia al midollo e al cervello, che le reazioni si producono e che questo perpetuo scambio costituisce la vita, ma... dopo?La vita stessa che è essa mai? D'onde viene? Quale è il suo principio? Cosa l'attende alla sua fine? Altrettante domande, altrettanti misteri....Vi furono migliaia e migliaia di esseri che si fecero strappare le viscere, bruciare vivi, sbranare dalle belve, per affermare semplici dogmi religiosi, di cui una dimostrazione matematica, certo, non esiste. Altri uccisero i loro simili, a migliaia, per giungere a una prova contraria.Questo libro non è opera di arida scienza; esso è più interessante di qualsiasi immaginoso romanzo, perché ci conduce nei regni dell'ipotetico, in quel mondo che per noi mortali è — per ora — del tutto sconosciuto, ma — secondo la Scrittura — “sarà splendore immenso di luce per quei che non moriranno più”.