Il Bel Paese è un gruviera, terre e mare crivellati DA più di 1.000 buchi, con danni a salute e ambiente. Ma quanto tempo può durare l’economia fossile?Le mani dei petrolieri sono sporche di greggio, ma libere. Libere di perforare la terra e i fondali marini italiani, con bassi costi e con l’avallo di leggi “tolleranti”. Nel nostro Paese, infatti, le “percentuali di compensazione ambientale” sono tra le più basse al mondo: per questo oggi sono centinaia le concessioni e più di 1.000 i pozzi produttivi in Italia, tra terraferma e mare. “Trivelle d’Italia” racconta questo “buco” nel cuore, che ha portato pochi vantaggi al nostro territorio, scarsa occupazione e “infiniti lutti”, per i lavoratori e per l’ambiente. Un’analisi che scende in profondità e percorre numeri e storie dei piccoli Texas italiani, dalla Basilicata alla Pianura padana, dal mare della Sicilia a Porto Marghera. Ma le prospettive sono nere: lo ricorda nella prefazione il geologo, giornalista e divulgatore Mario Tozzi, che ci spiega perché il “petrolio a buon mercato” è già finito. Con un’intervista alla professoressa Maria Rita D’Orsogna.Pietro Dommarco è scrittore e giornalista freelance, specializzato in tematiche ambientali. Collabora con il mensile Altreconomia. Cura il blog www.pietrodommarco.itPer ulteriori informazioni su questo libro: www.trivelleditalia.it