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Questo libro segue, passo dopo passo e attraverso le sue opere, la storia di Patrizia Nicolosi, architetta e fotografa, fotografa e architetta. Trattasi di un caso, non infrequente nella storia dell’arte, di un artista che transita liberamente da una disciplina a un’altra senza la paura di mescolare i linguaggi, anzi nella ricerca costante e cocciuta di nuove dimensioni espressive derivate proprio da occasioni linguistiche fuori schema. Le sue parole, in proposito, sono chiare e significative: “Io sono convinta che l’immagine fotografica non testimoni la realtà, piuttosto la interpreti. La si…mehr

Produktbeschreibung
Questo libro segue, passo dopo passo e attraverso le sue opere, la storia di Patrizia Nicolosi, architetta e fotografa, fotografa e architetta. Trattasi di un caso, non infrequente nella storia dell’arte, di un artista che transita liberamente da una disciplina a un’altra senza la paura di mescolare i linguaggi, anzi nella ricerca costante e cocciuta di nuove dimensioni espressive derivate proprio da occasioni linguistiche fuori schema. Le sue parole, in proposito, sono chiare e significative: “Io sono convinta che l’immagine fotografica non testimoni la realtà, piuttosto la interpreti. La si usa spesso, fra gli architetti, come elaborato che, in certo senso, chiude un percorso progettuale. Ma ciò è del tutto subordinato dall’essere, essa immagine, un autonomo giudizio di merito. Ci tengo a dirlo. Questo è un punto fermo per me. I miei scatti sono altro dalla mia architettura”. I libro, in tre volumi, racconta anche delle contraddizioni di questo fare, le fatiche di due mestieri, il desiderio di artigianalità che spesso risolve molte asperità. Una testimonianza, per altro, estesa al lavoro di altri dentro e fuori lo studio, verso una dilatazione dell’immagine sempre alla ricerca di qualcosa che sia oltre l’edificio. Patrizia Nicolosi nasce a Pavia nel febbraio del 1944. Ancora studentessa entra nello studio Grau con il quale condivide sia la dimensione della ricerca teorica che quella del quotidiano professionale cui si aggiunge, in maniera via via sempre più intensa, l’attività di fotografa e di testimone privilegiata del fare architettura. Il carattere di alta qualità formale presente nelle sue foto fa sì che il suo lavoro si dilati a dimensioni mai sperimentate in uno studio di architettura, dentro una complessità fatta di dubbi, contraddizioni e immagini che tendono a mettersi in proprio, ben oltre la dimensione del progetto. Nel lungo percorso con il Grau brillano prima la partecipazione, nel 1980, alla I° Biennale di Architettura di Venezia The Presence of the Past, poi l’acquisizione agli Archivi del Centre Pompidou di Parigi, nel 2010, di oltre 120 progetti per oltre 1300 disegni e foto relativi agli anni ’64-’84 di attività dello studio. Nello spettro di oltre 50 anni di lavoro vi sono mostre, concorsi, piani di recupero, progetti pubblici e privati, restauri, disegno di interni, disegno di mobili, inchieste e sperimentazioni fotografiche. Pubblica, come autrice singola, Camere & camera (ed. Kappa 1986) e, con lo studio Grau, Isti mirant stella (ed. Kappa 1981). Anche solo come fotografa pubblica su riviste, partecipa a mostre, sia collettive che personali, in Italia come all’estero. Fa parte dell’Associazione Operatori Culturali Flaminia 58, un gruppo di artisti attivi da oltre 25 anni a Roma, con una propria Galleria d’Arte e una politica di studi aperti per la diffusione dell’arte a cura e onere degli artisti stessi.