Primi anni ‘90: Urbino e la laurea in filosofia offrono al protagonista solo la prospettiva di un percorso obbligato, senza il riconoscimento di meriti e capacità. Fuggendo l’omologazione diventa un eccellente programmatore software, ma ancora una volta si ritrova semplice ingranaggio, schiacciato da un sistema capace solo di sfruttare. Accusato di non aver svolto un importante lavoro, frustrato, deluso e provato nel corpo e nello spirito, quando questo si traduce in una causa civile ai suoi danni, vive l’inferno.
L’affresco di una ventina d’anni d’Italia attraverso un percorso che è stato di tanti, in un racconto che alterna amarezza e ironia, tra aspettative deluse, sforzi disattesi ed energie sprecate, ma anche il consolidamento di rapporti umani veri e speciali, la famiglia che è rifugio e la presa di coscienza che si deve fare affidamento soprattutto su sè stessi ma che a sé stessi, in fin dei conti, non si basta mai.
L’affresco di una ventina d’anni d’Italia attraverso un percorso che è stato di tanti, in un racconto che alterna amarezza e ironia, tra aspettative deluse, sforzi disattesi ed energie sprecate, ma anche il consolidamento di rapporti umani veri e speciali, la famiglia che è rifugio e la presa di coscienza che si deve fare affidamento soprattutto su sè stessi ma che a sé stessi, in fin dei conti, non si basta mai.