Type me è un libro che si fa attendere, ma che poi ripaga.
Al centro di questo racconto c'è una vecchia macchina per scrivere, vera catalizzatrice di tutta la storia e c'è Marco, tredicenne con seri problemi motori, che ha ereditato quella macchina dal padre morto in circostanze misteriose.
Marco e i suoi amici verranno coinvolti in un'avventura che mai avrebbero creduto di poter vivere nella loro piccola cittadina, dove tutto sembrava scorrere nella normalità quotidiana. La prima parte, dove gli eventi scorrono quasi in tempo reale, è in realtà fondamentale per scoprire la psicologia dei personaggi. Essi, soprattutto attraverso il racconto del loro passato, ci vengono presentati in maniera impeccabile. Un ottimo modo per preparare il lettore alla seconda parte della storia, dove la vicenda si evolve con un ritmo sempre più accelerato fino ad un palpitante epilogo. La tecnica narrativa di questo affascinante quanto inquietante romanzo, non concede al lettore nessuna tregua. L'abilità descrittiva dei luoghi e dei sentimenti in certi passi è poetica e allo stesso tempo molto realistica.
Suspence, paura, orrore ma anche amore, amicizia e legami: sono questi gli ingredienti che, sapientemente mischiati dall'autore, compongono una narrazione di tutto rispetto.
Gianluigi Ciaramellari è milanese di nascita ma di origini pugliesi e marchigiane. Consegue il diploma di Geometra nel 1981 a Firenze dove, per trent'anni, svolge la libera professione arrotondando le poche entrate di Geometra facendo il cameriere, il barista e il venditore porta a porta. Dal 2014 gestisce un negozio di sigarette elettroniche. Fin da bambino gli piaceva annotare le sue avventure giornaliere tenendo diari, anno dopo anno. Crescendo ha cominciato a sostituire i racconti dell'accaduto reale in storie di pura fantasia, con un suo stile inconfondibile, molto vicino a quello dei romanzieri dei primi del '900. Non è uno scrittore "di genere", perchè a Gianluigi piace esplorare ogni tematica, scavando sempre in profondità nel terreno delle passioni umane.
Al centro di questo racconto c'è una vecchia macchina per scrivere, vera catalizzatrice di tutta la storia e c'è Marco, tredicenne con seri problemi motori, che ha ereditato quella macchina dal padre morto in circostanze misteriose.
Marco e i suoi amici verranno coinvolti in un'avventura che mai avrebbero creduto di poter vivere nella loro piccola cittadina, dove tutto sembrava scorrere nella normalità quotidiana. La prima parte, dove gli eventi scorrono quasi in tempo reale, è in realtà fondamentale per scoprire la psicologia dei personaggi. Essi, soprattutto attraverso il racconto del loro passato, ci vengono presentati in maniera impeccabile. Un ottimo modo per preparare il lettore alla seconda parte della storia, dove la vicenda si evolve con un ritmo sempre più accelerato fino ad un palpitante epilogo. La tecnica narrativa di questo affascinante quanto inquietante romanzo, non concede al lettore nessuna tregua. L'abilità descrittiva dei luoghi e dei sentimenti in certi passi è poetica e allo stesso tempo molto realistica.
Suspence, paura, orrore ma anche amore, amicizia e legami: sono questi gli ingredienti che, sapientemente mischiati dall'autore, compongono una narrazione di tutto rispetto.
Gianluigi Ciaramellari è milanese di nascita ma di origini pugliesi e marchigiane. Consegue il diploma di Geometra nel 1981 a Firenze dove, per trent'anni, svolge la libera professione arrotondando le poche entrate di Geometra facendo il cameriere, il barista e il venditore porta a porta. Dal 2014 gestisce un negozio di sigarette elettroniche. Fin da bambino gli piaceva annotare le sue avventure giornaliere tenendo diari, anno dopo anno. Crescendo ha cominciato a sostituire i racconti dell'accaduto reale in storie di pura fantasia, con un suo stile inconfondibile, molto vicino a quello dei romanzieri dei primi del '900. Non è uno scrittore "di genere", perchè a Gianluigi piace esplorare ogni tematica, scavando sempre in profondità nel terreno delle passioni umane.