La crisi economica mondiale che ci accompagna ormai da 4 anni ha conosciuto negli ultimi 12 mesi un escalation rapidissima che ha coinvolto in profondità tanto le strutture economico-politiche dell’Italia che la percezione stessa della vita quotidiana da parte della popolazione italiana nel suo insieme. La nascita di un governo “tecnico” presieduto da Mario Monti, esecutivo privo da personalità politiche ma sostenuto da una maggioranza parlamentare senza precedenti nella storia della repubblica, la nomina di un italiano, Mario Draghi, alla guida della Banca Centrale Europea , l’irrompere tanto nel dibattito politico che nella fraseologia quotidiana del termine spread, sono singoli tasselli di un quadro complessivo più vasto che ingloba il rapporto specifico tra l’Italia (paese al centro della crisi dell’eurozona) e Germani(paese guida dell’eurozona stessa). Nel Ventunesimo secolo, i toni tra il bellicoso e il tragicomico, utilizzati dalla stampa italiana in occasione dell’incontro tra Germania e Italia agli europei di calcio dello corso giugno ci hanno decisamente spinto a provare a scrivere questo dialogo tra un italiano e una tedesca su Germania e Italia nella crisi dell’eurozona. Nessuno di noi è un economista, ambedue conosciamo o ci sforziamo a conoscere la realtà di questi due paesi che mai come adesso, a settanta anni della fine della seconda guerra mondiale, sembrano separati dall’appartenenza a un destino comune, ambedue ci sforziamo di conoscere meglio la dinamica di questa crisi che investe in profondità l’Europa. Il nostro dialogo non è un lavoro tecnico per addetti ai lavori, ma è o vuol essere un piccolo contributo alla causa della comprensione reciproca tra due popoli che a dispetto della apparenza si somigliano più di quanto essi stessi siano disposti ad ammettere.