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Nell’ultimo mezzo secolo la scienza della traduzione ha conosciuto una fioritura di contributi non sempre circolati in modo omogeneo in tutto il mondo. In particolare, ravviso una cesura fra tre “mondi”: da un lato, il mondo ex sovietico, con la scuola semiotica di Tartu, ma anche i contributi di Levý, Popovič, Lûdskanov e molti russi, come Revzin, Rozencvejg, Švejcer, Recker; dall’altro, Peirce e la semiotica peirciana – base teorica per lo studio della traduzione nel solco di Locke, Kant e Bolzano – fino a pochi anni fa confinati negli Stati Uniti; e in Europa occidentale un dibattito…mehr

Produktbeschreibung
Nell’ultimo mezzo secolo la scienza della traduzione ha conosciuto una fioritura di contributi non sempre circolati in modo omogeneo in tutto il mondo. In particolare, ravviso una cesura fra tre “mondi”: da un lato, il mondo ex sovietico, con la scuola semiotica di Tartu, ma anche i contributi di Levý, Popovič, Lûdskanov e molti russi, come Revzin, Rozencvejg, Švejcer, Recker; dall’altro, Peirce e la semiotica peirciana – base teorica per lo studio della traduzione nel solco di Locke, Kant e Bolzano – fino a pochi anni fa confinati negli Stati Uniti; e in Europa occidentale un dibattito impostato in primo luogo sulla traduzione poetica, cui si attribuisce in linea di principio uno statuto diverso rispetto alla traduzione di altri tipi di testo. E il fatto che la traduzione poetica stia al centro di questo universo fa sì che – con un salto logico – ci sia un pregiudizio avverso nei confronti di opere che nel titolo contengano parole come «scienza», «automatica», «meccanica», «semiotica».