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Quanto mi piacerebbe che Jean François Arouet, in arte Voltaire, potesse leggere queste “storie” e mi dicesse sorridendo che anch’io come lui, non sono altro che ” un barbouilleur de papier…” Così lui si definiva nella prefazione alla sua tragedia, Adeleide de Guesclin, rappresentata a Parigi nel 1734! (èdition sterèotipe de Pierre et Firmin Didot à Paris – 1801). Barbouilleur de papier… imbrattatele di carta! Tre storie: una fantastica, 18 settembre 1952, un ragazzo incontra un uomo anziano che… indossa una Lacoste verde. Una fantascientifica, oppure l’unica soluzione possibile. Come fu che…mehr

Produktbeschreibung
Quanto mi piacerebbe che Jean François Arouet, in arte Voltaire, potesse leggere queste “storie” e mi dicesse sorridendo che anch’io come lui, non sono altro che ” un barbouilleur de papier…” Così lui si definiva nella prefazione alla sua tragedia, Adeleide de Guesclin, rappresentata a Parigi nel 1734! (èdition sterèotipe de Pierre et Firmin Didot à Paris – 1801). Barbouilleur de papier… imbrattatele di carta! Tre storie: una fantastica, 18 settembre 1952, un ragazzo incontra un uomo anziano che… indossa una Lacoste verde. Una fantascientifica, oppure l’unica soluzione possibile. Come fu che Goethe, Vivaldi, Pachelbel, Cervantes e Voltaire incontrarono Hemmeesse ad Itaca. Una breve raccolta di autobiografie: sette folletti, esistenze in uso tutti i giorni che, tuttavia, non esistono nel mondo animale, vegetale, umano, minerale, etc…, etc…