Fabrizio Giuliani è un uomo di sessant’anni, anonimo e abitudinario, che vive in un signorile appartamento nel centro storico di Torino. La moglie lo ha lasciato cinque anni prima, lo stesso giorno in cui si presentava a casa con un gattino di cui avrebbe voluto farle dono. Oggi il gatto, cui non è riuscito a dare un nome, è il suo coinquilino. Un bel soriano grigio che lo osserva appartarsi e dedicarsi alla scrittura nei momenti in cui si sente più solo. Le lettere che Fabrizio scrive non raggiungono mai i destinatari, ma finiscono fra i giochi del gatto il quale le porta, all’insaputa dell’uomo, a un suo vicino di casa. A seguito di un acceso diverbio sul posto di lavoro, scatenatosi per difendere l’onore di una giovane stagista, Andrea, a cui si è molto affezionato, l’uomo decide di tornare al suo paese natale dove ritrova il cugino con cui ha un rapporto contraddittorio. Pur costretto a fare i conti con un difficile passato tra cui la morte del padre avvenuta in seguito a uno strano incidente, riscopre la voglia di vivere anche grazie ad Andrea che sempre di più gli appare come la figlia che non ha avuto. È proprio Andrea a dare finalmente non solo un nome ma anche un cognome al gatto: Grigio Insolito. Un inaspettato finale spariglia le carte in tavola e mostra sotto una luce diversa le più innocue manie. Un romanzo breve che scorre brillantemente sul filo dell’analisi psicologica e amalgama una scrittura limpida e fluida a un pizzico di mistero rendendone la lettura ancora più appassionante.