Il romanzo, ambientato dai primi del Novecento fino alla fine degli anni Sessanta, narra le vicende di un borgo toscano, Molin del Piano, e delle sue storiche e contrapposte famiglie. Si narra di passioni, di sentimenti, di quasi un secolo di storia vista con gli occhi della gente comune: contadini, operai e piccoli borghesi, capaci in fondo anche di una sana autocritica, dalla quale può nascere ancora un barlume di speranza per il futuro. Fin dai primi anni del Novecento, il paese si mostra sensibile alle idee socialiste, che conquistano alcuni dei suoi abitanti. La contrapposizione che ne nasce, tra rossi e bianchi, sarà un tratto distintivo del paese e di ci vive. Da una parte ci sono le famiglie più in vista, i Fantappiè, gli Scopeti Vannini e il dottor Fedi. Dall'altra i Fioravanti, legati alla terra, il socialista Savino Gori, la famiglia del Nanni falegname, tra tutti i rossi il più convinto. Il romanzo descrive la vita quotidiana delle famiglie, le beghe tra i vari componenti, le riunioni dei rossi, la contrapposizioni tra questi ultimi e il prete del paese. Narra della guerra, che porta via i giovani dal paese, restituendone alcuni e condannando altri invece alla morte. Quando il fascismo comincia a prendere il potere in Italia, lo scontro in paese si fa più forte. Il romanzo descrive la vita delle famiglie in questo periodo storico, le difficoltà economiche, la fame – quella più nera – la scuola fascista, i soprusi, l'arruolamento e la fuga di altri per unirsi ai partigiani. E' in questo contesto, condizionato dai retaggi familiari, che si svolge la vita di una brigata di ragazzini – Fiore, Bruno, Guido, Allegranza e Annetta - poi adolescenti, e quindi adulti, il nascere dell'amore contrastato tra Fiore Fioravanti, figlio di un socialista, e Allegranza Fantappiè, proveniente da una famiglia benestante che, da sempre, ha abbracciato idee reazionarie. Si narra anche l'amore di Bruno per una SS, che morirà nella battaglia di Cassino, e del tentativo del parroco del paese di portare in salvo, sotto copertura, intere famiglie ebree, coinvolgendo alcuni dei ragazzi. Una volta cresciuti, la differenza di ceto e e di ideali provocheranno la rottura tra Allegranza e Fiore, il quale si rifugerà tra le braccia di Annetta, ignaro che ciò sarà la sua rovina. Annetta si accorge di aspettare un figlio e ciò lo condurrà, suo malgrado, verso un matrimonio riparatore. Fiore farà di tutto per dimenticare Allegranza ma il destino li farà incontrare di nuovo. Ciò darà adito a pesanti pettegolezzi che costringeranno marito e moglie ad allontanarsi per sempre dal paese. Fiore è costretto così ad abbandonare gli amici di un tempo, la quieta vita di provincia, a tagliare le sue radici, a rinunciare alla donna che ama veramente. Allegranza invece resterà da sola nella grande villa di Molin del Piano, accudendo le vecchie zie e occupandosi dell'insegnamento nella scuola elementare paesana. Cinquant'anni dopo, ultranovantenne e ormai vedovo, Fiore torna al paese per il funerale di Allegranza, di cui ha appreso dai giornali. Questo gli consente di ripassare i ricordi di una vita intera al rallentatore, ripercorrendo l'intreccio che lega a doppio nodo la famiglia Fioravanti a quella dei Gori e dei Fantappiè, mentre dà l'ultimo saluto alla donna che, in realtà, ha sempre amato. Ma quel giorno la vita ha in serbo ancora molte sorprese per lui: l'incontro inatteso con Bruno, l'amico emigrato da tempo in Germania, e la sua inattesa rivelazione; il timido riavvicinamento di suo figlio Vittorio, dal quale lo ha sempre diviso un muro di incomunicabilità e di rancore. A distanza di anni, Fiore riscopre quel borgoche ormai credeva estraneo, ritrova finalmente le sue radici. D'improvviso avverte il bisogno impellente di raccontare quella storia, prima che sia troppo tardi. Cercherà di risvegliare quel paese che pare addormentato, nel quale sopravvivono invece le voci immortali di coloro che lo hanno abitato. E saranno le sue parole a farlo.