A e B hanno ucciso un cane.
Era il cane più giovane del vicino di B, un insegnante, un collega di mia madre.
L’avevano rapito alle tre del pomeriggio e portato in campagna, dove nessuno li poteva vedere né sentire.
Erano andati in vespa, la vespa di A.
Adagio, sereni, tutti e due senza casco.
Guidava A, B stava dietro e il cane lo teneva nello zaino, quello che usava tutti i giorni per andare a scuola.
L’aveva svuotato dai libri mai sfiorati e ci aveva infilato dentro, testa compresa, il povero animale, colpevole, secondo lui, di non far dormire la madre.
Era il cane più giovane del vicino di B, un insegnante, un collega di mia madre.
L’avevano rapito alle tre del pomeriggio e portato in campagna, dove nessuno li poteva vedere né sentire.
Erano andati in vespa, la vespa di A.
Adagio, sereni, tutti e due senza casco.
Guidava A, B stava dietro e il cane lo teneva nello zaino, quello che usava tutti i giorni per andare a scuola.
L’aveva svuotato dai libri mai sfiorati e ci aveva infilato dentro, testa compresa, il povero animale, colpevole, secondo lui, di non far dormire la madre.