Qual è la funzione dello storico? Conservare la memoria del passato come un novello cantore epico? Fornire strumenti interpretativi della realtà capaci anche di delineare linee di sviluppo future? Oppure la storia è la selva senza strade, dominata dal Caso e dalla Necessità, che già il pensiero greco aveva individuato? Su questo invita a riflettere il conduttore di un moderno simposio, un insegnate di lettere antiche che, con la partecipazione di amici e familiari, in due giorni di conversazioni tra la veranda di casa e la riva del mare, individua il filo che lega antiche intuizioni della realtà con la sensibilità del secondo millennio. Fino a riscoprire, nelle pieghe di un percorso che da Epimenide conduce ai paradossi della meccanica quantistica, il valore ermeneutico del dubbio e della ricerca della maggior probabilità.