Un uomo di nessuno, perché niente lo ha mai posseduto, nemmeno quel destino malvagio che sembra perseguitarlo. Questo potrebbe essere l’incipit di questo originale romanzo autobiografico scritto con sincerità e trasporto. L’autore si racconta, mette a nudo il suo passato: l’infanzia nel secondo dopoguerra tra povertà e violenze; l’educazione severa in collegio, la giovinezza travagliata e presto interrotta dalla brutalità dell’esperienza in Algeria nella Legione straniera. Una vita fuori dall’ordinario in cui non mancano comunque le cose comuni come gli amori, la povertà dell’Italia in una Pisa messa in ginocchio dalla guerra appena terminata, la ricerca assidua della stabilità economica e di una posizione sociale onorevole. Un racconto autentico, narrato talvolta con toni forti, perché questo era l’unico modo per descrivere la vita di un combattente nel cui percorso l’arte e la voglia di vivere a trecentosessanta gradi sono stati la salvezza.