Non solo un ritratto di famiglia, il nuovo libro di Rolando Guerriero, quanto lo spaccato di un’epoca, i primi decenni del Novecento, e con esso il tentativo di salvaguardare un patrimonio culturale che nell’era digitale rischia di andare perduto per sempre. Un caleidoscopio di parole, aneddoti, brevi racconti, momenti di vita quotidiana amalgamati ai suoi ricordi di bambino e adolescente. Indifferenti alle più elementari nozioni di geografia, gli abitanti del versante emiliano dell’Appennino si consideravano lombardi e così, dunque, anche i parenti materni dell’Autore. Le loro gesta, speranze, affanni rivivono nelle parole della madre che racconta al figlio storie e favole di quel mitico popolo degli antenati lombardi, gli narra della vita avventurosa del padre, dei sacrifici che tutta la famiglia - grandi e piccoli - aveva affrontato per arrivare a piantare le loro radici nella più fertile terra della pianura pisana. La giornata dell’Autore era piacevolmente punteggiata da incitamenti ed esortazioni in dialetto lombardo che derivavano appunto da storielle tramandate da generazione a generazione oppure da piccoli fatterelli accaduti al nonno durante il suo faticoso periodo di apprendistato come garzone oppure ancora quando faceva il carbone nella macchia. Quasi tutte avevano una loro morale e un loro significato, rispecchiavano la filosofia della vita di onesto e duro lavoro di quella gente. Un libro genuino e fresco che parla al cuore del Lettore, di ogni età.