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La cioccolata è tipica del mondo dell’Ancien Régime: all’azione stimolante del caffè, oppone un ritmo blando, un’azione nutriente e rinforzante; inoltre, mentre il caffè inizialmente viene apprezzato soprattutto nei paesi protestanti, la cioccolata trova spazio in quelli cattolici, come la Spagna e l’Italia: infatti, viene introdotta dai conquistadores, che ne diffondono l’uso nella penisola iberica; succes¬sivamente, anche grazie alle relazioni tra Spagna e corte pontificia, viene conosciuta anche altrove. In più, forniva la possibilità di nutrirsi meglio nei periodi di digiuno, in quanto…mehr

Produktbeschreibung
La cioccolata è tipica del mondo dell’Ancien Régime: all’azione stimolante del caffè, oppone un ritmo blando, un’azione nutriente e rinforzante; inoltre, mentre il caffè inizialmente viene apprezzato soprattutto nei paesi protestanti, la cioccolata trova spazio in quelli cattolici, come la Spagna e l’Italia: infatti, viene introdotta dai conquistadores, che ne diffondono l’uso nella penisola iberica; succes¬sivamente, anche grazie alle relazioni tra Spagna e corte pontificia, viene conosciuta anche altrove. In più, forniva la possibilità di nutrirsi meglio nei periodi di digiuno, in quanto considerata alimento liquido (non senza lunghe diatribe tra i teologi). Comunque, nel corso del Settecento, sia il caffè sia la cioccolata incisero profondamente sul gusto e sulle abitudini, non solamente gastronomiche, della società: ciò è testimoniato anche dal fatto che frequentemente il caffè ricorre nei titoli di opere letterarie e di riviste. Naturalmente, l’esempio più noto è quello della rivista milanese «Il Caffè» (1764-1766), l’attivo foglio diffusore delle idee illuministiche fondato da Pietro e Alessandro Verri; proprio nel primo numero, gli autori nell’introduzione si pongono il problema dell’attribuzione del nome adatto per il periodico: parlando di Demetrio, l’immaginario greco che, nella finzione letteraria, ha aperto a Milano la bottega dove si riuniscono. Anche il teatro offre citazioni esemplari: è celebre La bottega del caffè (1750), di Carlo Goldoni, ma non mancano esempi meno famosi, come il poemetto Il caffè e la cena (1767) del poeta e storico napoletano Carlo Pecchia. Al di là dell’interesse onomastico vi è comunque, soprattutto, un appassionato dibattito, letterario, medico e teologico, sulle virtù e sui difetti delle bevande giunte dalle Indie Occidentali; scienziati e poeti si esprimono in merito, giungendo a posizioni talora opposte, ma contribuendo in ogni caso alla diffusione dell’interesse per queste nuove golosità. (tratto dall'Introduzione)