FForse sta cambiando qualcosa nella scuola?
Ci si è resi forse conto, grazie anche alla numerosa letteratura scientifica in merito, che un approccio che vede lo studente passivo nel processo di apprendimento non è funzionale al raggiungimento dell’obiettivo principale dell’istruzione, che è quello di “garantire il successo formativo di tutti e di ciascuno” e di sviluppare al massimo il potenziale (di impronta vigotskjiana) che c’è in ognuno di noi. La mera ripetizione di ciò che ci è stato trasmesso dal docente, non ha radici profonde e salde ed è facilmente deteriorabile nella memoria. Ci si è resi conto che un approccio costruttivista mette lo studente al centro di un ambiente di apprendimento significativo, in un processo attivo, collaborativo, partecipato e sfidante. Che la sola intelligenza è importante, ma non sufficiente per un successo formativo e che le teorie delle intelligenze multiple di Gardner e dell’intelligenza emotiva di Goleman sono dominanti per un apprendimento efficace (caratterizzato da fiducia, curiosità, intenzionalità, connessione con gli altri e capacità di cooperare, condividere e comunicare). Che sviluppare il pensiero critico e creativo che vede l’utilizzo delle analogie (riprese anche dalla sinettica gordoniana) e delle metafore come strumenti e facilitatori, la capacità di autocorrezione e la competenza metacognitiva sono la chiave di volta per un apprendimento stabile e duraturo che garantisce motivazione, influenzando la direzione, la forza e la persistenza dell’azione formativa in un atto consapevole.
“Una mente per i numeri. Memoria e apprendimento efficace” di Barbara Oakley aiuta a comprendere e a confermare tutto questo e lo fa nel migliore dei modi: con l’esemplificazione di casi, strategie e tecniche, pause di riflessione, focus riepilogativi. Lo fa con un’attenzione specifica per le discipline scientifiche, ma è tranquillamente trasferibile in tutti gli altri ambiti di studio.
Ci si è resi forse conto, grazie anche alla numerosa letteratura scientifica in merito, che un approccio che vede lo studente passivo nel processo di apprendimento non è funzionale al raggiungimento dell’obiettivo principale dell’istruzione, che è quello di “garantire il successo formativo di tutti e di ciascuno” e di sviluppare al massimo il potenziale (di impronta vigotskjiana) che c’è in ognuno di noi. La mera ripetizione di ciò che ci è stato trasmesso dal docente, non ha radici profonde e salde ed è facilmente deteriorabile nella memoria. Ci si è resi conto che un approccio costruttivista mette lo studente al centro di un ambiente di apprendimento significativo, in un processo attivo, collaborativo, partecipato e sfidante. Che la sola intelligenza è importante, ma non sufficiente per un successo formativo e che le teorie delle intelligenze multiple di Gardner e dell’intelligenza emotiva di Goleman sono dominanti per un apprendimento efficace (caratterizzato da fiducia, curiosità, intenzionalità, connessione con gli altri e capacità di cooperare, condividere e comunicare). Che sviluppare il pensiero critico e creativo che vede l’utilizzo delle analogie (riprese anche dalla sinettica gordoniana) e delle metafore come strumenti e facilitatori, la capacità di autocorrezione e la competenza metacognitiva sono la chiave di volta per un apprendimento stabile e duraturo che garantisce motivazione, influenzando la direzione, la forza e la persistenza dell’azione formativa in un atto consapevole.
“Una mente per i numeri. Memoria e apprendimento efficace” di Barbara Oakley aiuta a comprendere e a confermare tutto questo e lo fa nel migliore dei modi: con l’esemplificazione di casi, strategie e tecniche, pause di riflessione, focus riepilogativi. Lo fa con un’attenzione specifica per le discipline scientifiche, ma è tranquillamente trasferibile in tutti gli altri ambiti di studio.