Il giovanissimo Tommaso Banti esordisce con un romanzo breve dai ritmi claustrofobici. Una narrazione intrisa di consapevole e misterica percezione della realtà. Uno stile già originale che attinge a piene mani dalla narrativa e dalla filmografia horror. Una splendida giornata è una sorta di mosaico grottesco in cui si susseguono episodi in apparenza paralleli che confluiscono ben presto in un sempre più evidente disegno d’insieme fatto di luoghi, di ambienti e di tematiche comuni. La storia si svolge, appunto, nel corso di una giornata, e alterna analisi psicologica dei vari personaggi a sequenze apocalittiche dal sapore splatter che, mano a mano che il tempo fluisce, li travolgono senza lasciar loro una via di fuga. Implacabilmente scandita dal progredire delle ore, si risolverà in un finale aperto che, come nel peggiore degli incubi, ripropone ancora una volta il gioco.