Un mito è un mito perché non è raggiungibile. Fabrizio, in questo senso, ne ha rappresentato la quintessenza . Chiuso, distratto, spesso inconsapevole, ha vissuto in simbiosi con i suoi tormenti, alla ricerca continua di una dimensione di vita espressa attraverso quella musica che, nascosta nelle corde della sua sensibilità, sembrava talvolta sfuggirgli tra le dita, proprio mentre tentava di renderla compiuta. La sua scomparsa ha portato con sé il mistero di un dono divino, la cui complessità si è dileguata nelle trame della sua melodia. In un breve romanzo, Maria Teresa Amore racconta la sua reale esperienza di vita a fianco a Fabrizio De Andrè. In una indimenticabile Genova un libro come nessun altro su Fabrizio De Andrè.