Aeris è una fatina del vento, una creatura piccola ed esile, come una piantina di grani in inverno, la pelle azzurra, lunghe ali di libellula e occhi grandi e brillanti come lucciole. Quando si presenta per la prima volta al cospetto della Regina di Tutte le Terre è così emozionata che il piccolo cuore di fata le batte sempre più forte. È un evento importante, quello: la Regina Samia chiama a sè ogni anno tutti i popoli del regno fatato in occasione del compleanno di suo cugino, re Nethums, il Signore delle Acque Salmastre. «Ma chi lo porterà al mare? Un regalo così prezioso, non posso affidarlo alle Ondine! Sono fate troppo birichine perché non tema che lo perdano! E se lo trovasse un essere umano? Sarebbe un disastro!» «Lo porto io!» disse Aeris volando davanti alla regina ed inginocchiandosi «Viaggerò senza scorta, così sarò più veloce! E poi lungo la via ci sarà il vento: mi terrà in alto e al sicuro.» «E se non ci sarà neanche un po’ di brezza?» chiese preoccupato il Capo dei Barabanèn. «Allora viaggerò via terra: sono sicura che gli elfi e le fate che incontrerò per strada mi aiuteranno a viaggiare.» «E se incontrassi un Bobboi? O un Calcaròt? Sono pericolosi!» squittì il Piccolo Gim Cru, prima di farsi piccolo-piccolo per la vergogna. «Mi saprò difendere!» disse lei impettita «Non mi faccio fermare dal timore di qualcosa che può interrompere la mia missione! Arriverò da Nethuns in tempo per dargli il suo regalo di compleanno!» «E sia! L’aiuteremo tutti!» disse il re degli Squass alzandosi in piedi.