L'autrice ripercorre gli anni della propria infanzia, dal 1962 al 1969, trascorsi in una tranquilla cittadina della provincia veneta. Le vicende personali si intrecciano con quelle storiche; tutto viene filtrato dalla sensibilità di una bambina entusiasta di condividere con i suoi coetanei esperienze indimenticabili a contatto con la natura o nell'ambiente scolastico, momenti di fede sincera in parrocchia, di festa nella città natale. E' comunque felice, nonostante la vita in famiglia non sia priva di conflitti. Grande attrazione suscita sulla protagonista e in generale sui piccoli spettatori di quegl'anni la televisione, in particolare la "Tv dei ragazzi", con i suoi cartoni e film ricreativi, ma è anche una finestra sul mondo, che informa su eventi tristi, come la morte del Papa buono o l'alluvione del '66, e stupefacenti, come lo sbarco sulla Luna. Dopo brevi flashback sul passato rurale della città e sulla recente tragedia bellica, l'autrice evidenzia il clima di serena operosità che caratterizza il periodo della Ricostruzione e lo sguardo ottimistico rivolto al futuro che si percepisce anche in provincia e viene offuscato, solo alla fine degli anni '60, dalla contestazione giovanile, pienamente giustificata per il suo carattere pacifista ed antiautoritario. La narrazione del percorso formativo della protagonista viene interrotto all'inizio della fase adolescenziale, ma, dopo un'elissi di vent'anni, se ne intravvede lo sbocco nella ritrovata certezza della fede.