Uno, nessuno e centomila, pubblicato come romanzo a puntate nel dicembre 1925 nella rivista La Fiera Letteraria, e in volume soltanto l'anno successivo, è frutto di una lunga gestazione, iniziata nel 1909, quando Pirandello cominciò a scrivere. Ultimo romanzo dello scrittore siciliano, tra i più famosi in assoluto tra le sue opere, sintesi perfetta e completa del pensiero dell'autore, il "più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita" come lo definiva Pirandello stesso. Come per Il fu Mattia Pascal, il tema centrale resta quello dell'identità del narratore-protagonista che, ricorrendo al monologo, indaga le varie sfaccettature della sua natura. In accordo con l'umorismo pirandelliano, l'autoanalisi introspettiva si accompagna con le tinte del grottesco, chiaro invito, spesso amaro, a riflettere sulla condizione umana. Uno, nessuno e centomila è una narrazione introspettiva condotta da una prima persona che contemporaneamente si fa narratore e protagonista dell'intera vicenda. Nonostante lo stile introspettivo, psicologico, con ritmi dettati dai pensieri del protagonista, lo stile è scorrevole e il linguaggio semplice.
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