La conoscenza del divino svincola
dalle miserie, dalla nascita
e dalla morte
Le Upaniṣad sono un insieme di testi religiosi e filosofici indiani composti in lingua sanscrita a partire dal IX-VII secolo a.C,
Il termine Upaniṣad deriva dalla radice verbale sanscrita: sad (sedere) e dai prefis- si upa e ni (vicino) ossia "sedersi vicino", ma più in basso (ad un guru, o maestro spirituale), suggerendo l'azione di ascolto di insegnamenti spirituali.
Le Upaniṣad sono, dunque, commentari "segreti" (rahasya) dei Veda, nonché loro 'fine', nel senso di completamento dell'insegnamento vedico.
“L'Assoluto non è mai nato, non è mai morto. Viene dal nulla e va nel nulla.
E’ eterno unico immutabile; indistruttibile anche con la distruzione del corpo è più piccolo di un atomo, più grande dell'universo.
E' nel cuore di tutti. Realizza la gloria del Sé la cui sensitività completa
torna in tranquillità, per l'assenza del desiderio; solo lui passa
l'altra sponda dell'oceano di peccato e di dolore”
dalle miserie, dalla nascita
e dalla morte
Le Upaniṣad sono un insieme di testi religiosi e filosofici indiani composti in lingua sanscrita a partire dal IX-VII secolo a.C,
Il termine Upaniṣad deriva dalla radice verbale sanscrita: sad (sedere) e dai prefis- si upa e ni (vicino) ossia "sedersi vicino", ma più in basso (ad un guru, o maestro spirituale), suggerendo l'azione di ascolto di insegnamenti spirituali.
Le Upaniṣad sono, dunque, commentari "segreti" (rahasya) dei Veda, nonché loro 'fine', nel senso di completamento dell'insegnamento vedico.
“L'Assoluto non è mai nato, non è mai morto. Viene dal nulla e va nel nulla.
E’ eterno unico immutabile; indistruttibile anche con la distruzione del corpo è più piccolo di un atomo, più grande dell'universo.
E' nel cuore di tutti. Realizza la gloria del Sé la cui sensitività completa
torna in tranquillità, per l'assenza del desiderio; solo lui passa
l'altra sponda dell'oceano di peccato e di dolore”