"Realizzo con questo libro un desiderio, spuntato in anni remoti. Mi sono guadagnato la vita scrivendo di teatro. Poco a poco, anche il teatro è andato scavandosi un posto nel mio immaginario e, forse, nel mio cuore: come in quei matrimoni combinati, nei quali il partner, ci si accorge a un certo punto, è diventato indispensabile. Ma il teatro resta, appunto, un amore intellettuale, di quelli che ci si costruisce giorno dopo giorno. Tutto diverso il rapporto con il cinema, infantile, sorgivo, irruente, irrefrenabile […] Ancora oggi, se entro in uno dei cinema di quegli anni - il Fiamma, il Metropolitan, il Mignon, l’Empire o l’Embassy (sono, naturalmente, cinema di Roma, cinema della mia città) - e sempre mi siedo nella mia poltrona, che è sempre libera, ho autentici moti di gioia... Franco Cordelli (Roma, 1943) scrittore, saggista e critico teatrale del “Corriere della Sera”. Ha curato, nel 1975, con Alfonso Berardinelli l’antologia Il pubblico della poesia (n.e. Il pubblico della poesia. Trent’anni dopo, Castelvecchi, 2004). Tre le sue opere: Procida (Garzanti, 1973; n.e. Rizzoli 2006), Il poeta postumo (Lerici, 1978; n.e. Le Lettere, 2008), Le forze in campo (Garzanti, 1979), Pinkerton (Mondadori, 1986), Guerre lontane (Einaudi, 1990), Democrazia magica (Einaudi, 1997), Un inchino a terra (1999) e Il duca di Mantova (Rizzoli, 2004). Per Falsopiano ha curato, con il regista Emidio Greco, Il mondo di Francesco Savio. Tutte le recensioni 1973-1976 (2002).