VINCITORE DELLA 52MA EDIZIONE DEL PREMIO CONI PER LA SEZIONE NARRATIVA
Una felice rassegna di storie tramandate di spogliatoio in spogliatoio e di gradinata in gradinata: i boccacceschi ozi bolognesi del mito Nba Connie Hawkins e per gustosi i retroscena della naturalizzazione di Mike D’Antoni, uomo chiave nella roboante serie di successi dell’Olimpia Milano negli anni Ottanta.
Nessuna emozione ci viene risparmiata: si sorride nel leggere della sfida notturna che vide un carneade dei playground tenere testa all’ex re del Madison Square Garden, lo sregolato Ray “Sugar” Richardson; ci si commuove con l’incredibile racconto della coreografia studiata dalla Fossa dei Leoni Fortitudo per uno scudetto che non arrivò mai e si rabbrividisce scoprendo la parabola di Roscoe Pondexter, già stella di Gorizia, Roseto e Venezia che appese le scarpette al chiodo e divenne membro di una banda di secondini che organizzava combattimenti mortali fra i detenuti in California.
La triste vicenda umana di Fessor Leonard, protagonista nella Fortitudo degli anni ‘70, ci pone ancora oggi di fronte allo specchio sui temi caldi e molto attuali del razzismo e la paura del diverso, così come riempire il cuore la favola amara di Rudy Terenzi e dei ragazzi pesaresi che fecero fiorire la pallacanestro a Montegranaro. E ancora, spaziando dalle leghe maggiori alle minors, le rustiche rivalità di campanile che hanno incendiato la Toscana; l’esempio dell’indomito Gianni Gualdi, il cannoniere che giocava con una sola mano, o l’odissea di due giovani “promesse”, Stefano Attruia e Leonardo Conti, nella penisola balcanica dilaniata dalla guerra civile, o la stupefacente scoperta, infine, di come un canestro possa addirittura salvarti la vita.
Una felice rassegna di storie tramandate di spogliatoio in spogliatoio e di gradinata in gradinata: i boccacceschi ozi bolognesi del mito Nba Connie Hawkins e per gustosi i retroscena della naturalizzazione di Mike D’Antoni, uomo chiave nella roboante serie di successi dell’Olimpia Milano negli anni Ottanta.
Nessuna emozione ci viene risparmiata: si sorride nel leggere della sfida notturna che vide un carneade dei playground tenere testa all’ex re del Madison Square Garden, lo sregolato Ray “Sugar” Richardson; ci si commuove con l’incredibile racconto della coreografia studiata dalla Fossa dei Leoni Fortitudo per uno scudetto che non arrivò mai e si rabbrividisce scoprendo la parabola di Roscoe Pondexter, già stella di Gorizia, Roseto e Venezia che appese le scarpette al chiodo e divenne membro di una banda di secondini che organizzava combattimenti mortali fra i detenuti in California.
La triste vicenda umana di Fessor Leonard, protagonista nella Fortitudo degli anni ‘70, ci pone ancora oggi di fronte allo specchio sui temi caldi e molto attuali del razzismo e la paura del diverso, così come riempire il cuore la favola amara di Rudy Terenzi e dei ragazzi pesaresi che fecero fiorire la pallacanestro a Montegranaro. E ancora, spaziando dalle leghe maggiori alle minors, le rustiche rivalità di campanile che hanno incendiato la Toscana; l’esempio dell’indomito Gianni Gualdi, il cannoniere che giocava con una sola mano, o l’odissea di due giovani “promesse”, Stefano Attruia e Leonardo Conti, nella penisola balcanica dilaniata dalla guerra civile, o la stupefacente scoperta, infine, di come un canestro possa addirittura salvarti la vita.