0,99 €
inkl. MwSt.
Sofort per Download lieferbar
  • Format: PDF

Ora che ci troviamo nel XXI secolo dobbiamo fare i conti con un grande paradosso, cioè che la fiducia nel progresso dell’umanità sembra una fede tramontata, un’illusione di altri tempi. L’idea del progresso continuo dell’umanità come concreta possibilità o come suo destino necessario è stata rovesciata. Perché si avesse un tale rovesciamento, perché si passasse dalla fiducia nel progresso, concepito come sintesi del miglioramento delle condizioni spirituali e morali e di quelle materiali, a un atteggiamento opposto occorreva che quella fiducia patisse colpi mortali da parte dell’evoluzione…mehr

Produktbeschreibung
Ora che ci troviamo nel XXI secolo dobbiamo fare i conti con un grande paradosso, cioè che la fiducia nel progresso dell’umanità sembra una fede tramontata, un’illusione di altri tempi. L’idea del progresso continuo dell’umanità come concreta possibilità o come suo destino necessario è stata rovesciata. Perché si avesse un tale rovesciamento, perché si passasse dalla fiducia nel progresso, concepito come sintesi del miglioramento delle condizioni spirituali e morali e di quelle materiali, a un atteggiamento opposto occorreva che quella fiducia patisse colpi mortali da parte dell’evoluzione spirituale e materiale dell’uomo; che essa prima arrivasse all’acme come aspirazione e dogma e dopo patisse duri colpi e cocenti smentite dalla storia. Osservando lo sviluppo dell’idea di Progresso nel vecchio mondo che l’aveva creata, si può dire che questa acquisì nel XIX secolo il carattere e la solidità di un credo religioso che, introdottosi prima tra gli intellettuali borghesi, si allargò poi, attraverso i partiti socialisti, a grandi masse, fino ad arrivare all’acme con il comunismo novecentesco; e infine, attaccato e deriso dai teorici della politica di potenza, dai nazionalisti e dagli imperialisti, dagli anti-democratici, dai razzisti, dalle correnti culturali anti-illuministiche, anti-positivistiche, anti-socialiste, subì uno scacco letale tra le due guerre mondiali grazie alla carneficina che ne derivò, ai regimi totalitari, alle ideologie e ai genocidi, al decadimento delle democrazie, all’utilizzo della scienza e della tecnica da parte del potere per perpetrare le sue violenze. Cosicché l’insieme di tali fattori portava a concludere che l’evoluzione della società continuasse a porsi in tragico dissidio con quello che era stato chiamato Progresso inteso come combinazione di un miglioramento spirituale e materiale destinato a darsi prima nel mondo occidentale e poi ad allargarsi al resto del mondo creando una comunità spirituale, politica e sociale capace di aprire la strada alla rigenerazione universale. Nel Novecento l’idea di Progresso ha quindi patito così cocenti smentite che ci sarebbe da domandarsi se essa non vada intesa come una questione ormai chiusa. Quella che è sorta è la divisione tra le parti che l’ideologia progressista credeva destinate a formare un che di unico, ossia il crescere in modo solidale, armonico e funzionale della scienza e della tecnica, della cultura, della politica, della produzione e della distribuzione dei beni. Nonostante il trend principale ci sono stati anche dei progressi, come la caduta dei totalitarismi, la fine del colonialismo, il miglioramento delle condizioni di vita, l’affermazione dei diritti, la parità tra i sessi. Chiunque, però, guardi ai problemi tuttora esistenti, comunque lo faccia e quali che siano le sue priorità, non può permanere nell’illusione di quanti nell’Ottocento credevano, pur con varietà di intenti, nella necessità del Progresso. Infatti, mai come adesso il Progresso dell’umanità è ince