Negli anni novanta del secolo scorso, iniziai a trascrivere i ricordi di quel vecchio Lord inglese, che trascorreva le estati nella campagna toscana e che ogni pomeriggio, su una isolata panchina di quell’immenso parco, mi raccontava con infinita passione, mentre gli artisti suoi ospiti esprimevano le loro differenti arti. Durante la stesura del testo, tuttavia, fui assalita da una sensazione di paura, inspiegabile, un blocco. Lord Walk, ripeteva in continuazione quel ricordo, ma si fermava e poi… ricominciava. Era come se trascrivendo quel ricordo, i protagonisti potessero rivivere le loro traumatiche scoperte. …Eravamo fermi davanti a tre gradini… in pieno deserto… Un giorno, ricevetti una telefonata alquanto inattesa e inquietante… “Mapi" mi chiese "per caso stai scrivendo un libro sull'Egitto?" "Perché?” le chiesi. La mia amica sensitiva mi chiamava di mattina solo per annunciare qualcosa… “Questa notte ho avuto un incubo bruttissimo. Mi trovavo, in mezzo al deserto egiziano davanti a tre gradini di una tomba, ma non riuscivo ad andare avanti perché c’era qualcosa che me lo impediva. Era una sensazione sconvolgente, e svegliandomi di soprassalto avevo il tuo viso come ultima immagine.” Rimasi senza parole, ma quella telefonata mi bloccò per lungo tempo, come un presagio di grandi sventure. Durante una delle ultime estati trascorse insieme agli altri artisti, Lord Walk, ci comunicò che quella sarebbe stata la sua intenzione di rientrare in Inghilterra e salutandomi disse “Le superstizioni e le maledizioni, frenano i deboli, il tempo delle streghe è finito. Non aver paura di proseguire il tuo scritto. Niente accade per caso, e se io dall’Inghilterra sono stato messo sul tuo cammino, è perché le mie avventure non finiscano nell’oblio della storia…