È un libro di cronaca storica locale. In questo sta anche il suo valore. Nello stesso tempo, attraverso la storia e la cronaca cittadina si comprende meglio la storia del Risorgimento, che non è stata solo quella “Storia”, con la S maiuscola, della retorica nazionale, una storia di regioni e città, storia di stati e di governi, ma anche storia di popolo, di persone, di protagonisti e di testimoni.
Importante la citazione, nell’ultimo capitolo, del discorso di Garibaldi.
L’eco dell’epopea garibaldina è presente in questo libro. Garibaldi è un sardo di adozione che ha fatto di Caprera il suo buon ritiro, durante una parte grande della sua vita di combattente.
Giovanni Solinas, sardo di seconda generazione, è un intellettuale di Verona, sua città di adozione dal punto di vista culturale.
Notevole la sua ricerca sullo slang della mala veronese, all’interno dello studio del dialetto della sua città; segno di una attenzione molto moderna alle forme della cultura orale popolare. Questa sua conoscenza della lingua veronese percorre, non a caso, questo studio di storia della città nel periodo fra il 1814 e il 1870, più propriamente il 1867, anno della visita di Garibaldi a Verona, episodio che è la parte finale del libro.
Le citazioni in vernacolo, sia quelle seriose e ancor più quelle segnate dall’ironia e dal sarcasmo popolare sono fra le cose più godibili di questa lettura.
Importante la citazione, nell’ultimo capitolo, del discorso di Garibaldi.
L’eco dell’epopea garibaldina è presente in questo libro. Garibaldi è un sardo di adozione che ha fatto di Caprera il suo buon ritiro, durante una parte grande della sua vita di combattente.
Giovanni Solinas, sardo di seconda generazione, è un intellettuale di Verona, sua città di adozione dal punto di vista culturale.
Notevole la sua ricerca sullo slang della mala veronese, all’interno dello studio del dialetto della sua città; segno di una attenzione molto moderna alle forme della cultura orale popolare. Questa sua conoscenza della lingua veronese percorre, non a caso, questo studio di storia della città nel periodo fra il 1814 e il 1870, più propriamente il 1867, anno della visita di Garibaldi a Verona, episodio che è la parte finale del libro.
Le citazioni in vernacolo, sia quelle seriose e ancor più quelle segnate dall’ironia e dal sarcasmo popolare sono fra le cose più godibili di questa lettura.