Salvatore Babuscia, che ha nel greco Stesicoro il proprio maestro e modello, è il cantore di una poesia corale. Raffinata eppure fruibile con estrema semplicità. Attento osservatore e fine conoscitore dell’animo umano, il Poeta affronta temi diversi e dipinge frammenti di vita quotidiana e vissuta con sofferta partecipazione. La poesia ha, per sua natura, la grazia di darsi a ognuno, senza veli, senza remore, senza nulla chiedere in cambio. Si dà per condurci nell’altrove della parola destinata a durare e del pensiero che rende chiari e colmi i giorni della vita. Così, nella silloge di Babuscia, nei suoi versi, ritroviamo il molto che ci portavamo dentro inespresso, la vicinanza di chi rivelandosi ci rivela a noi stessi. E daremo, grazie alle sue rime, voce a sentimenti che fremevano dietro mura di silenzio, traverseremo mondi che ci appartengono e che mai prima avevamo nemmeno intravisto. Una lirica semplice e pura, senza inutili complicazioni verbali o sfoggio di erudizione, per questo potente e capace di donare a ognuno di noi quella serena e ineffabile saggezza che ci portiamo dentro senza saperlo.