La lettura delle poesie di Massimo non lascia indifferenti, va diritta al cuore. I componimenti si leggono d’un fiato, difficile sceglierne uno in particolare, ma tutti, in vario modo, richiamano a un vissuto profondo, a una ricerca di un’armonia cosmica non priva di una conflittualità interiore, a tratti struggente, e di momenti di riflessione. Le date che concludono ogni poesia stanno a testimoniare la scansione temporale del vissuto di Massimo, quasi a voler fotografare ogni momento della sua esistenza. Il “tutto scorre” eracliteo che si intreccia con lo “slancio vitale” bergsoniano, e con l’afflato cosmico di San Francesco, oserei dire: tutto questo mi sembra ben presente, pur nella profonda diversità, nell’ispirazione dell'Autore. In amicizia gli auguro di continuare in questo suo viaggio e di scandagliare ancora così proficuamente l’animo umano. Antonio Scornajenghi (docente di Storia contemporanea, Università Roma Tre)