L’Università Cattolica del Sacro Cuore riserva da sempre una particolare attenzione al mondo del lavoro e alle sue trasformazioni. Oggi l’offerta formativa e i prodotti della ricerca su questo tema sono numerosi e lambiscono ambiti variegati, dalle questioni sociali a quelle economiche e demografiche, dall’impatto della comunicazione e del marketing alle implicazioni
legate alla diffusione dello smart working.
La collaborazione, felicemente consolidata, tra le Alte Scuole dell’Università Cattolica e ASFOR (Associazione Italiana per la Formazione Manageriale) si sviluppa in uno scenario complesso, nel quale è fondamentale saper distinguere i mutamenti superficiali da quelli di lungo periodo.
Nell’ambito di questa partnership, alcuni docenti del nostro Ateneo hanno contribuito alla ricerca qui presentata, che è stata coordinata da ASFOR e ISVI – Istituto per i Valori d’Impresa, nell’ambito dell’Osservatorio Managerial Learning.
Nelle pagine che seguono verranno approfondite le principali tendenze che interessano il mondo del lavoro, tenendo in attenta considerazione alcuni aspetti che ci riguardano direttamente come istituzione educativa, tra i quali, senz’altro, l’importanza di investire nella formazione permanente e la necessità di monitorare le prospettive di cambiamento delle diverse attività lavorative, rispetto alle quali l’intelligenza artificiale riveste un ruolo determinante; in tal senso un dato emerge più di altri: nonostante l’82,3% degli italiani sia attualmente soddisfatto del proprio lavoro, a destare preoccupazione è l’evoluzione di un mercato sempre più condizionato dalla tecnologia.
L’analisi delle esigenze concrete non deve distogliere da una riflessione più generale. Studiare le novità del mondo del lavoro, non deve farci dimenticare il significato profondo del suo senso. Penso che si debba sempre ricordare che il lavoro è un ambito insostituibile per la realizzazione della personalità e delle aspirazioni dell’individuo e, pertanto, costituisce uno strumento essenziale attraverso il quale ciascuno, con le proprie capacità, può contribuire al miglioramento della vita comune. Una constatazione che, pur nella sua estrema semplicità, mi sembra opportuno ricordare in questa sede, perché rappresenta la bussola in base alla quale orientare le nostre scelte di educatori.
legate alla diffusione dello smart working.
La collaborazione, felicemente consolidata, tra le Alte Scuole dell’Università Cattolica e ASFOR (Associazione Italiana per la Formazione Manageriale) si sviluppa in uno scenario complesso, nel quale è fondamentale saper distinguere i mutamenti superficiali da quelli di lungo periodo.
Nell’ambito di questa partnership, alcuni docenti del nostro Ateneo hanno contribuito alla ricerca qui presentata, che è stata coordinata da ASFOR e ISVI – Istituto per i Valori d’Impresa, nell’ambito dell’Osservatorio Managerial Learning.
Nelle pagine che seguono verranno approfondite le principali tendenze che interessano il mondo del lavoro, tenendo in attenta considerazione alcuni aspetti che ci riguardano direttamente come istituzione educativa, tra i quali, senz’altro, l’importanza di investire nella formazione permanente e la necessità di monitorare le prospettive di cambiamento delle diverse attività lavorative, rispetto alle quali l’intelligenza artificiale riveste un ruolo determinante; in tal senso un dato emerge più di altri: nonostante l’82,3% degli italiani sia attualmente soddisfatto del proprio lavoro, a destare preoccupazione è l’evoluzione di un mercato sempre più condizionato dalla tecnologia.
L’analisi delle esigenze concrete non deve distogliere da una riflessione più generale. Studiare le novità del mondo del lavoro, non deve farci dimenticare il significato profondo del suo senso. Penso che si debba sempre ricordare che il lavoro è un ambito insostituibile per la realizzazione della personalità e delle aspirazioni dell’individuo e, pertanto, costituisce uno strumento essenziale attraverso il quale ciascuno, con le proprie capacità, può contribuire al miglioramento della vita comune. Una constatazione che, pur nella sua estrema semplicità, mi sembra opportuno ricordare in questa sede, perché rappresenta la bussola in base alla quale orientare le nostre scelte di educatori.