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La Croce è, nell’ottica di fede, un trampolino verso il “meglio”: essa aiuta a fare la volontà di Dio anche quando questa costa; fa crescere nell’amore; consente – spiritualmente parlando – di alleggerire il peso della ben più pesante Croce che Gesù portò; è strumento di purificazione e di conversione, di cambiamento del cuore per modellarlo sempre più su quello di Cristo in vista della meta finale, il Paradiso. In quest’ottica la Croce è stata vissuta da Padre Pio, padre Cappuccino che nella sua straordinaria esperienza di mistico stigmatizzato, ha veramente portato sul proprio corpo i segni…mehr

Produktbeschreibung
La Croce è, nell’ottica di fede, un trampolino verso il “meglio”: essa aiuta a fare la volontà di Dio anche quando questa costa; fa crescere nell’amore; consente – spiritualmente parlando – di alleggerire il peso della ben più pesante Croce che Gesù portò; è strumento di purificazione e di conversione, di cambiamento del cuore per modellarlo sempre più su quello di Cristo in vista della meta finale, il Paradiso.
In quest’ottica la Croce è stata vissuta da Padre Pio, padre Cappuccino che nella sua straordinaria esperienza di mistico stigmatizzato, ha veramente portato sul proprio corpo i segni della Passione di Cristo, ma che ha anche fatto esperienza della croce della malattia, dell’incomprensione da parte di alcuni religiosi e laici, dell’isolamento forzato… insomma, di alcune di quelle situazioni dolorose che ogni uomo, anche se in misura diversa, si ritrova a vivere.
Nei suoi scritti il riferimento alla Croce è spesso presente, e dopo essere stato oggetto di riflessione per i destinatari delle sue parole, si fa insegnamento anche per i credenti di oggi. «Consolati! Tutto passa; Gesù ti presenta una croce, una croce molto pesante, sì, ma non perderti d'animo: la croce di Gesù fu molto più pesante; non temere; egli è vicinissimo a te; è lì per alleviarti i dolori e tu invocalo sia nei pericoli, sia nelle cose prospere[1]. Anche noi, se saremo imitatori di Gesù Cristo, sostenendo tutte le battaglie della vita, parteciperemo ai suoi trionfi. Sì, concludo con san Giovanni Crisostomo, crediamo pure fermamente, essere di tanta gloria il divin redentore adorno, ma viviamo ancora alla sua gloria, imitando i suoi esempi, seguendo i suoi voleri: altrimenti a nulla ci gioverebbe il nostro credere, se non vi corrispondesse il nostro operare»[2].

[1] Lettera n. 3 a Eligio Atella, in Padre Pio da Pietrelcina, Padre Pio da Pietrelcina, Epistolario, Vol. IV, 3a edizione, (a cura di Padre Gerardo Di Flumeri), Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, 2000, pp. 602-603.
[2] Lettera n. 32 a Raffaelina Cerase, in Padre Pio da Pietrelcina, Cit., Vol. II, p. 224.