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Viaggiare è un gioco? Può esserlo, se ciò che cerchi sono simboli, sfide, piacere dell’incontro, desiderio di condivisione ludica, sorpresa, vertiginose mete fantastiche.
Giocare è un viaggio? Perché no, se ciò che metti in gioco è in divenire, aperto a più percorsi di sviluppo, da scoprire con creativa disponibilità, affrontabile sia da solo che in coppia o in tanti e con molti diversi approcci.
I due termini sono appaiati, il viaggio può rivelarsi passibile di contaminazione ludica, oppure collocarsi in apertura o in chiusura di un gioco. E viceversa.
L’un termine può essere la base o la proiezione o anche l’ombra dell’altro, indissociabili ogni volta che getti luce su uno dei due.
Giocare è un viaggio? Perché no, se ciò che metti in gioco è in divenire, aperto a più percorsi di sviluppo, da scoprire con creativa disponibilità, affrontabile sia da solo che in coppia o in tanti e con molti diversi approcci.
I due termini sono appaiati, il viaggio può rivelarsi passibile di contaminazione ludica, oppure collocarsi in apertura o in chiusura di un gioco. E viceversa.
L’un termine può essere la base o la proiezione o anche l’ombra dell’altro, indissociabili ogni volta che getti luce su uno dei due.