L’incredibile resoconto del primo europeo che raggiunse e tornò da TimbuctuRené Caillié, primo europeo ad aver raggiunto Timbuctù ed esserne tornato, quando nel 1828 rientrò in Francia dal suo viaggio fu dichiarato eroe nazionale. Aveva compiuto un’impresa senza precedenti: a piedi, da solo, camuffato da arabo, ossessionato dal sogno di raggiungere quella città entrata fin dal Medioevo nel mito, aveva camminato per mesi e mesi dal Senegal al Nord del Mali sfidando infiniti pericoli, malattie, e la continua paura di essere scoperto, lui francese, in regioni dove ai Bianchi non era consentito mettere piede, pena la morte. Questo libro è l’incredibile resoconto di quella impresa, fonte ricchissima di notizie su zone e popolazioni fino ad allora ignote dell’Africa. Lettura appassionante e strana in cui si entra come in un film di avventure rimanendo catturati, oltre che dal personaggio, sempre in primo piano con le sue osservazioni ed emozioni, dalle continue, avvincenti storie che accompagnano le scene di una vita tanto diversa in regioni tanto remote.L'AUTORE René Caillié nacque il 19 novembre 1799 nel villaggio di Mauzé-sur-le-Mignon, in Francia. Il 27 aprile del 1816, a sedici anni, Caillié si imbarcava come mozzo sulla Loire, una piccola nave che trasportava coloni nel Senegal. Il Journal d’un voyage à Temboctou è il resoconto di un viaggio che dura decenni, fino al ritorno in patria nel 1828. L'AUTRICEBarbara Fiore, etnologa, africanista, è stata docente di Etnologia presso le università di Viterbo, Urbino e Roma due-Tor Vergata. Nelle sue ricerche ha studiato il rapporto col mondo soprannaturale in alcune culture del Maghreb, del Sahara e del Sahel. Si è occupata di talismani e scritture terapeutiche tra gli Ulad Askar della Tunisia, dei sistemi simbolici nei tatuaggi della Kabilia algerina, della divinazione e della malattia tra i Dogon del Mali, dei cambiamenti sociali in atto e dei legami con la tradizione tra i Tuareg Kel Antsar del Mali. Tra i suoi libri ricordiamo "Il bosco del guaritore" (Bollati Boringhieri, 2001) e "Tuareg" (Quodlibet, 2011). Ha curato l’edizione di "Dio d’acqua" di Marcel Griaule per Bollati Boringhieri (2002).