Regno di Napoli, Castello di Lauro, 1470.
Pietro è un ragazzino quando, in seguito a una congiura ordita ai danni dei propri genitori, dovrà affrontare un destino crudele, vivere da fuggiasco e vendicare la morte dei suoi cari, per poi intraprendere la vita di corsaro.
“Sono nato da una famiglia nobile, ma sono rimasto solo quando ero ancora un fanciullo, perdendo tutto, ricchezze e dominio. Sono stato perseguitato ingiustamente e costretto a fuggire. Ho raggiunto l’età adulta nascosto nel rifugio offerto dalla foresta, che mi ha protetto e sfamato, lontano da tutti. Infine sono diventato corsaro per necessità e buona sorte, altrimenti forse sarei già stato ucciso. La mia vita è il mare, la mia famiglia i marinai di questa nave”.
Ma è anche la storia di Lorenza Strozzi, in terra Toscana, che dovrà affrontare una realtà dura dalla quale, in parte, verrà ripagata.
“Nel primo calore quasi estivo di quel maggio rigoglioso di fioriture, tra il fogliame verde chiaro degli alberi e i colori dei fiori selvatici germogliati sulle prode dei campi, una luce tersa inondava il paesaggio accarezzando ogni dettaglio. Mentre l’aria portava con sé una mescolanza di profumi, Lorenza aveva provato un attimo di smarrimento, un languore inconsueto, come un capogiro. Quella giovinezza maschile, il vigore di quel corpo proteso verso di lei, lo sguardo sfrontato di seduzione l’avevano fatta vacillare. Il desiderio che leggeva nella tensione della figura china a sfiorare il collo del cavallo era il proprio, così la raggiunse, la avvolse, si mescolò al turbamento che l’aveva colta.”
Uno spaccato storico della nostra Italia ancora così lontano dall’essere unita, una carrellata di personaggi, ognuno con la sua personalità ben definita, che si spostano da Venezia in Toscana e poi a Napoli, in Sicilia e perfino a Rodi, cavalcando i mari per poi ritornare in Italia.
Un intreccio di storie che hanno in comune l’asprezza della realtà da affrontare ma la forza e la resilienza che li spinge a sperare in un futuro migliore.
Maria Serena Mazzi vive a Firenze. Ha insegnato Storia medievale nelle Università di Firenze e di Ferrara. Le sue ricerche hanno messo a fuoco ciò che più le interessava: la vita delle persone, la storia del loro lavoro, delle relazioni, dei rapporti con il potere. Molti dei suoi libri e dei suoi saggi sono dedicati agli umili e ai dimenticati dalla storia. Non si sente una specialista di storia delle donne ma, imbattendosi in esse, ha cercato di prestare loro voce, poiché nella presenza e nell’assenza i documenti recano traccia delle loro vite.
Pietro è un ragazzino quando, in seguito a una congiura ordita ai danni dei propri genitori, dovrà affrontare un destino crudele, vivere da fuggiasco e vendicare la morte dei suoi cari, per poi intraprendere la vita di corsaro.
“Sono nato da una famiglia nobile, ma sono rimasto solo quando ero ancora un fanciullo, perdendo tutto, ricchezze e dominio. Sono stato perseguitato ingiustamente e costretto a fuggire. Ho raggiunto l’età adulta nascosto nel rifugio offerto dalla foresta, che mi ha protetto e sfamato, lontano da tutti. Infine sono diventato corsaro per necessità e buona sorte, altrimenti forse sarei già stato ucciso. La mia vita è il mare, la mia famiglia i marinai di questa nave”.
Ma è anche la storia di Lorenza Strozzi, in terra Toscana, che dovrà affrontare una realtà dura dalla quale, in parte, verrà ripagata.
“Nel primo calore quasi estivo di quel maggio rigoglioso di fioriture, tra il fogliame verde chiaro degli alberi e i colori dei fiori selvatici germogliati sulle prode dei campi, una luce tersa inondava il paesaggio accarezzando ogni dettaglio. Mentre l’aria portava con sé una mescolanza di profumi, Lorenza aveva provato un attimo di smarrimento, un languore inconsueto, come un capogiro. Quella giovinezza maschile, il vigore di quel corpo proteso verso di lei, lo sguardo sfrontato di seduzione l’avevano fatta vacillare. Il desiderio che leggeva nella tensione della figura china a sfiorare il collo del cavallo era il proprio, così la raggiunse, la avvolse, si mescolò al turbamento che l’aveva colta.”
Uno spaccato storico della nostra Italia ancora così lontano dall’essere unita, una carrellata di personaggi, ognuno con la sua personalità ben definita, che si spostano da Venezia in Toscana e poi a Napoli, in Sicilia e perfino a Rodi, cavalcando i mari per poi ritornare in Italia.
Un intreccio di storie che hanno in comune l’asprezza della realtà da affrontare ma la forza e la resilienza che li spinge a sperare in un futuro migliore.
Maria Serena Mazzi vive a Firenze. Ha insegnato Storia medievale nelle Università di Firenze e di Ferrara. Le sue ricerche hanno messo a fuoco ciò che più le interessava: la vita delle persone, la storia del loro lavoro, delle relazioni, dei rapporti con il potere. Molti dei suoi libri e dei suoi saggi sono dedicati agli umili e ai dimenticati dalla storia. Non si sente una specialista di storia delle donne ma, imbattendosi in esse, ha cercato di prestare loro voce, poiché nella presenza e nell’assenza i documenti recano traccia delle loro vite.