Caro lettore, ad accomunarci è la curiosità, l’interesse e la passione per una disciplina che a noi sembra bella e del tutto particolare: l’intelligence delle fonti aperte. In qualità di esperto di dominio ti sarà capitato almeno di aver dovuto rispondere alla domanda da dodici milioni e mezzo di dollari: “Di cosa ti occupi?”. Se la risposta è affermativa, allora ti sarà familiare quella strana sensazione a metà tra la frustrazione e il fastidio fisico che ti pervade dopo che, con una prolusione di quasi tredici minuti al meglio delle tue capacità logiche, dialettiche, di sintesi e persuasione, arricchita di richiami concettuali, aneddoti esplicativi e riferimenti pratici e il tuo interlocutore se ne esce con un imbarazzatissimo ...e sarebbe? Purtroppo, questa situazione si potrebbe presentare in qualsiasi momento della tua vita. Nel mio caso, in un viaggio in treno. Magari è la prima bella giornata di primavera e te ne stai tranquillamente per i fatti tuoi, seduto sulla tua poltrona in prima classe. Viaggi quasi alla velocità della luce e il paesaggio fuori dal finestrino è il tuo salvaschermo personale ad altissima definizione. Impossibile non notare il do not disturb attaccato alla maniglia esterna della tua individualità. Tutto procede bene finora. Ma potrebbe anche capitare che... P.S. È severamente vietato lasciare le fonti aperte