Di Berlusconi si è parlato molto … d’altronde il personaggio è intrigante!
Questo testo non considera il presente dell’ex Premier, invece analizza, mischiando dati certi con un po’ di fantasia, la genesi delle sue fortune.
In questo contesto era impossibile non inserire il vecchio monastero benedettino ristrutturato nel ‘700 dai conti Giulini ed acquistato da Berlusconi nel 1974 per farne il simbolo del suo potere.
Un’operazione immobiliare che sancisce la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra.
In fondo è la tragica storia del declino della nobiltà e l’avvento della nuova borghesia arricchita nel dopoguerra.
Ci sono gli entusiasmi di una crescita sregolata, la malefatte compiute per raggiungerla, le carenze legislative, gli abusi di potere, la voglia di emergere a spese di chicchessia e gli ultimi spasmi di un'aristocrazia in disfacimento.
C’è l’Italia, le radici nella Prima Repubblica iniziata col Referendum del ’46, il suo diventare “sistema economico”, confermato, anzi esasperato, nella Seconda Repubblica.
Inevitabilmente c’è anche Berlusconi.
Imprenditore rampante, che usa un’economia particolarmente frammista alla politica, nella Prima Repubblica e diventa a sua volta politico per salvaguardare e consolidare la sua posizione nella Seconda.
Molti lo amano alla follia, altrettanti lo odiano dal profondo del cuore, ma, a prescindere dalle considerazioni morali sulla persona, Berlusconi c’è ed è un pezzo della Storia d’Italia.
Invece di amarlo o odiarlo, forse è venuto il momento di studiarlo.
Questo testo non considera il presente dell’ex Premier, invece analizza, mischiando dati certi con un po’ di fantasia, la genesi delle sue fortune.
In questo contesto era impossibile non inserire il vecchio monastero benedettino ristrutturato nel ‘700 dai conti Giulini ed acquistato da Berlusconi nel 1974 per farne il simbolo del suo potere.
Un’operazione immobiliare che sancisce la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra.
In fondo è la tragica storia del declino della nobiltà e l’avvento della nuova borghesia arricchita nel dopoguerra.
Ci sono gli entusiasmi di una crescita sregolata, la malefatte compiute per raggiungerla, le carenze legislative, gli abusi di potere, la voglia di emergere a spese di chicchessia e gli ultimi spasmi di un'aristocrazia in disfacimento.
C’è l’Italia, le radici nella Prima Repubblica iniziata col Referendum del ’46, il suo diventare “sistema economico”, confermato, anzi esasperato, nella Seconda Repubblica.
Inevitabilmente c’è anche Berlusconi.
Imprenditore rampante, che usa un’economia particolarmente frammista alla politica, nella Prima Repubblica e diventa a sua volta politico per salvaguardare e consolidare la sua posizione nella Seconda.
Molti lo amano alla follia, altrettanti lo odiano dal profondo del cuore, ma, a prescindere dalle considerazioni morali sulla persona, Berlusconi c’è ed è un pezzo della Storia d’Italia.
Invece di amarlo o odiarlo, forse è venuto il momento di studiarlo.