Dove va la percezione musicale contemporanea? C’è differenza fa una percezione musicale tradizionale ed una multimediale? Cos’è la multimedialità in musica? C’è ancora spazio per i tradizionali strumenti acustici?Il concetto di percezione nel ‘900 ha subito una evoluzione e modificazione di senso e di stato in relazione allo sviluppo tecnologico e musicale. VIRTUAL: la nuova percezione musicale multimediale nell’era del trans-umano, nasce dal tentativo di iniziare un percorso alternativo, in più volumi e nel tempo, su un nuovo modo di concepire la musica alla luce delle nuove, moderne e sofisticate tecnologie e del loro uso, sempre più frequente, nella vita quotidiana ed artistica di ognuno di noi. Negli ultimi trent’anni anni l’idea di ascolto è cambiato sia da un punto di vista strettamente acustico, sia come modus operandi. E’ anche mutata, con l’utilizzo della tecnologia, l’idea di music working. I software, sempre più complessi e definiti, determinano gli usi ed i costumi dei compositori, musicisti o semplici amatori; rappresentano un complicato sistema necessario per lavorare, musicare, comporre, ascoltare, rimodellare, sonorizzare, ambientare, registrare, modificare, editare musica. Quale sia il futuro della musica non è facile immaginarlo; non ritenere utile il continuo e necessario scambio fra le arti, tipico di un certo accademismo di matrice europea, potrebbe, però, rappresentare un grosso errore di sicura emarginazione o, più drammaticamente, di fine.FRANCESCO PERRI (1972) è compositore e direttore d’orchestra. Dopo aver conseguito gli studi classici a 16 anni si è diplomato in Composizione, Strumentazione, Pianoforte e in Direzione d’orchestra. E’ laureato al D.A.M.S. e Filosofia con il massimo dei voti e la lode. Attualmente è docente di Teoria, Ritmica e Percezione Musicale presso il Conservatorio di Cosenza. Parallelamente all’attività musicale, ha svolto intensa attività di ricerca sperimentale nel campo della musica elettronica presso il D.A.M.S. dell’Università della Calabria per ciò che riguarda il campo musica generativa ed automatismi musicali. E’ autore di numerosi saggi per ciò che riguarda la Semiologia della musica e l’Estetica musicale: L’Urlo dei dannati (97), Il Concetto di possessione in musica (98), La leggenda di Canio (2000), Cronache Musicali (2002 – Premio Nazionale Valentini), Musica da Film nel vecchio millennio: da Bach ad Hollywood con il Synthetizer Moog (2003 vincitore al 56° Festival Internazionale del Cinema di Salerno), Bela Bartók Piano Works Vol I° (2004), Maurizio Quintieri ed il teatro musicale calabrese (2005), Argentina : Il Tango come linguaggio Multietnico (2007), Musicisti calabresi nel ‘500 (2009).